Società Italiana di Cardiologia Geriatrica (SICGe): il manifesto
Niccolò Marchionni1, Alessandro Boccanelli2
1Cattedra di Geriatria, Università degli Studi, e SOD Cardiologia e Medicina Geriatrica,
Azienda Ospedaliero-Universitaria Careggi, Firenze
2Dipartimento di Malattie Cardiovascolari, Complesso Ospedaliero San Giovanni-Addolorata, Roma
La popolazione dei paesi industrializzati sta rapidamente invecchiando: in Italia gli ultra65enni sono già oltre il 21% della popolazione totale e supereranno il 33% entro 20 anni, quando negli Stati Uniti avranno raggiunto il 20%. La crescita dei molto anziani sarà ancora più marcata, con gli ultra80enni destinati a raddoppiare nei prossimi 20 anni.
Le malattie cardiovascolari sono la principale causa di morbosità e mortalità nella popolazione anziana, con oltre l’80% e il 60% delle morti cardiovascolari che avviene rispettivamente in ultra65enni e ultra75enni. Tra le diverse malattie cardiovascolari, lo scompenso cardiaco cronico riacutizzato rappresenta negli anziani la causa più frequente di ripetute ospedalizzazioni, e da solo contribuisce al 2% della spesa sanitaria complessiva del nostro Paese. In oltre la metà dei casi, la malattia cardiovascolare negli anziani è accompagnata da almeno un’altra patologia generalmente cronica, che contribuisce allo sviluppo di disabilità ed alla mortalità, e può generare problematiche di non facile gestione nelle scelte diagnostico-terapeutiche. A questo proposito, basti considerare che il 10% degli ultra65enni è colpito da demenza, che raggiunge il 40% dopo gli 85 anni, e che il deterioramento cognitivo ha un effetto negativo indipendente sulla prognosi di anziani con scompenso cardiaco cronico.
L’elevata morbosità e mortalità cardiovascolare degli anziani dovrebbero meritare un trattamento aggressivo e tecnologicamente avanzato. Trattamento che spesso – nella pratica clinica ed in studi osservazionali – si è dimostrato addirittura più efficace (in termini di ridotto number needed to treat) che nei pazienti in età giovane-adulta. Tuttavia, gli ultra65enni sono stati in larga parte esclusi dai trial clinici e, probabilmente anche per questa scarsa disponibilità di evidenze, sono spesso sotto-trattati sia in acuto che in cronico.
La peculiare complessità del cardiopatico anziano – colpito da frequenti comorbosità variamente modulate da concomitanti problematiche cognitive, emozionali, socio-economiche – rende necessaria l’acquisizione di specifiche competenze a forte impronta interdisciplinare. Ciò allo scopo di delineare modelli organizzativi personalizzati, improntati a principi di continuità assistenziale, che si estendano dalla fase ospedaliera alle strutture di riabilitazione ed all’assistenza domiciliare; fino a unità di cure palliative per gli anziani con condizioni cardiovascolari – quali lo scompenso cardiaco cronico refrattario – particolarmente gravi e non suscettibili di miglioramento clinico.
La Società Italiana di Cardiologia Geriatrica (SICGe) ha per scopo principale lo sviluppo di un processo di integrazione culturale tra Cardiologia e Geriatria, con ricerca di contatti con altre specialità – prime fra tutte, la Medicina Generale, che nel nostro Paese ha la primaria responsabilità della gestione della cronicità – e coinvolgimento di varie figure professionali.
Se la Cardiologia è tra le specialità mediche con più ampio, recente sviluppo di conoscenze fisiopatologico-cliniche, e di mezzi diagnostici e modalità terapeutiche ad elevata tecnologia, la Geriatria è – per vocazione e tradizione – la specialità esperta della complessità che caratterizza lo stato di salute dell’anziano. E la grande evoluzione tecnologica pone sempre più frequentemente decisioni terapeutiche che, di fronte a tali caratteristiche di complessità clinica, assumono forti connotazioni etiche ed economiche, individuali e societarie.
Per queste premesse, SICGe si propone di operare all’interfaccia del patrimonio culturale della Cardiologia e della Geriatria, con identificazione di tematiche di comune interesse, quali la valutazione delle cure rivolte al cardiopatico anziano nei diversi aspetti di: equa accessibilità; appropriatezza delle indicazioni; appropriatezza delle modalità e dei contesti assistenziali (ivi compresi quelli dedicati alla riabilitazione post-acuzie ed alla terminalità). In tale prospettiva, SICGe si propone come think tank, laboratorio di idee che accolga ed integri tra loro le istanze culturali ed operative di Cardiologi, Geriatri, Medici di Medicina Generale, Infermieri, Fisioterapisti che – per sensibilità, percorso culturale e profilo professionale – siano interessati al miglioramento della qualità delle cure dedicate al cardiopatico anziano.