SOLO CON IL BATTITO DEL CUORE

a cura di Francesco Maria Bovenzi

Lucca: Maria Pacini Fazzi Editore; 2018.

Una serie di piccole storie di vita vissuta e di rivisitazioni che hanno al centro il cuore, inteso non solo come oggetto della propria professione di cardiologo ospedaliero, ma come sede simbolica degli affetti e dei ricordi.

Il tema del cuore nella letteratura e nelle scienze umanistiche non è certo nuovo ed il rischio della retorica e del sentimentalismo quando si affronta questo oggetto sono dietro l’angolo. I racconti che ci propone in questo libro Francesco Bovenzi invece raramente indulgono nella retorica e nel sentimentalismo, alternando il tema del cuore da passione della propria attività lavorativa a sede simbolica degli affetti variamente declinata in secoli di letteratura, inclusa anche la favola di Pinocchio rivisitata in una originale chiave medico-scientifica. I richiami letterari alla simbologia del cuore come “anima” che spaziano dalla letteratura classica greca ai poeti e scrittori contemporanei testimoniano la profonda cultura umanistica dell’autore e la passione per le lettere.




Diversi sono gli spunti di riflessione che derivano dalla lettura dei racconti di Francesco Bovenzi. Per il medico sicuramente l’invito a recuperare la “religiosità” della professione e soprattutto dignità e autonomia. “Oggi il medico è impegnato sempre più davanti ad un monitor piuttosto che nelle corsie con i pazienti”. La cultura della comunicazione al letto del malato e il carattere relazionale della pratica medica sono i valori dei quali riappropriarsi e trasmettere ai più giovani colleghi. “Augurare la buona notte all’inizio di ogni turno a ciascuno dei ricoverati affacciandosi stanza per stanza” ci aiuterebbe forse a recuperare la fiducia del rapporto medico-paziente che si è incrinata nella moderna realtà organizzativa che sottrae tempo prezioso da dedicare al malato. L’elogio della professione medica di Giovanni Pascoli e la sua esaltazione dell’onore di essere medici a distanza di un secolo inducono a riflettere sui rischi della nuova medicina dove la managerialità e l’esasperazione tecnologica rischiano di allontanare il medico dalla clinica e dall’empatia al letto del malato.

Un libro di piacevole lettura per prendersi una pausa di riflessione, interrompendo per un attimo i ritmi frenetici della nostra bellissima professione.

Giuseppe Di Pasquale

U.O. Cardiologia

Ospedale Maggiore, Bologna

e-mail: giuseppe.dipasquale@ausl.bologna.it