In questo numero

editoriali




Nuove conferme sugli inibitori di PCSK9

In questo editoriale, Lucia Coppini e Giuseppe Musumeci espongono un’attenta analisi dello studio ODYSSEY OUTCOMES, uno degli ultimi trial sugli inibitori di PCSK9, classe di farmaci che rappresenta la nuova frontiera per abbattere il colesterolo. Lo studio ha evidenziato come l’utilizzo di alirocumab nei pazienti ad alto rischio con recente sindrome coronarica acuta si associ ad una netta riduzione degli eventi ischemici. Il lungo follow-up e l’arruolamento di pazienti ad elevato rischio cardiovascolare sono tra i punti di forza dello studio che aggiunge dati importanti in termini di efficacia e sicurezza: il farmaco in esame ha dimostrato di ridurre in modo significativo la mortalità abbassando i livelli di colesterolo LDL in pazienti con recente sindrome coronarica acuta. Nell’ultima parte dell’editoriale vengono esposte alcune questioni ancora aperte, come il timing in cui intraprendere tale terapia. •




MITRA-FR e COAPT: una contraddizione solo apparente

Uno dei dibattiti più interessanti dell’ultimo periodo è quello scaturito dai risultati contrastanti degli studi MITRA-FR e COAPT sulla terapia dell’insufficienza mitralica severa con apposizione di clip. L’avvento della MitraClip ha rappresentato un passo importante nell’ambito della strategia terapeutica percutanea delle valvulopatie, fornendo una soluzione mini-invasiva ai pazienti con vizio valvolare mitralico di grado severo. Tuttavia, questi due studi, gli ultimi pubblicati sull’argomento, hanno generato sconcerto nella comunità scientifica, riportando risultati contraddittori. Come esposto in questi due editoriali da Michele Senni et al. e da Giulia Masiero e Giuseppe Musumeci, si tratta di una contraddizione solo apparente legata ad alcune differenze chiave nello svolgimento dei due trial.
E come tutti i dibattiti, anche questo genera diversi spunti di riflessione da sviluppare al fine di ottimizzare la selezione del paziente candidato a clip mitralica. •




Cardiochirurgia: passato, presente e futuro

La Cardiochirurgia si è sempre distinta per una grande propensione verso l’innovazione; la storia della chirurgia della valvola mitrale e quella dei trapianti ne costituiscono alcuni esempi. L’editoriale di Francesco Musumeci, tratto dalla sua lettura presidenziale al XXIX Congresso della Società Italiana di Chirurgia Cardiaca (SICCH), ripercorre anche attraverso la propria personale esperienza il passato ed il presente della Cardiochirurgia. L’autore ci propone inoltre una stimolante visione del futuro ormai prossimo che sarà sempre meno basato sulla decisione di un singolo professionista. Un futuro che sarà caratterizzato da una crescente età media dei pazienti e da una crescita esponenziale delle innovazioni tecnologiche che dovranno essere governate e validate in termini di appropriatezza, sicurezza ed efficacia sul piano sia clinico che etico. Un monito per i cardiochirurghi più giovani, ma per il medico in generale, a vivere le sfide dell’innovazione con una mente critica e nel rispetto dell’etica. •

glossario




Ripartiamo dal vocabolario…

Spesso si usano le parole in modo inappropriato, perché non se ne conosce bene il significato. Invece ogni parola ha un senso specifico. In questo articolo Renzo Rozzini definisce alcuni termini propri della disciplina della Geriatria, ad esempio invecchiamento, comorbilità, fragilità, disabilità, depressione, affinché possano essere impiegati senza equivoci nelle altre discipline specialistiche che si occupano di pazienti anziani. Se le parole divengono comprensibili rispetto al loro significato, la comunicazione tra i vari professionisti coinvolti nel team di cura dei pazienti viene agevolata e gli obiettivi e gli strumenti per ottenerla si raggiungono più facilmente. •

rassegne




Cuore e fragilità

Con l’invecchiamento della popolazione generale, sempre più frequentemente in ambito medico ricorre il termine “fragilità”. Ma che cosa si intende esattamente per fragilità? Sulla definizione non è stato ancora raggiunto un consenso generale. Sono stati però identificati e riconosciuti alcuni fattori indicatori di fragilità (ridotta velocità del cammino, limitata attività fisica, perdita di peso e deterioramento cognitivo) e ad oggi sono disponibili numerosi score per la stima della fragilità dei pazienti. Samuele Baldasseroni et al., a nome della Società Italiana di Cardiologia Geriatrica (SICGe), ci illustrano la fragilità nei cardiopatici, condizione molto frequente, perché condivide alcune basi fisiopatologiche comuni (ad esempio l’infiammazione cronica) e con un impatto prognostico rilevante, aumentando il rischio degli interventi cardiochirurgici, delle procedure percutanee e della mortalità cardiovascolare e infine delle complicanze derivanti dalle terapie mediche. Per valutare il rapporto rischio/beneficio delle cure mediche e chirurgiche dei pazienti anziani cardiologici sempre più complessi a causa di plurime comorbilità, è stato introdotto il concetto di “Heart Team”. Quest’ultimo dovrebbe essere la modalità attraverso cui discipline differenti si interfacciano per scegliere l’opzione terapeutica migliore per il singolo paziente, determinandone l’appropriatezza o l’inutilità in caso di importante disabilità fisica o cognitiva. •




Extrasistolia ventricolare: quando preoccuparsi?

Argomento difficile da gestire è quello dell’extrasistolia ventricolare come riscontro occasionale o nel giovane atleta. In questo numero due rassegne affrontano l’argomento in maniera esaustiva in diversi contesti clinici. Gaetano Barbato et al. affrontano il tema dell’extrasistolia ventricolare frequente con particolare attenzione alla possibile relazione causa-effetto con una cardiopatia sottostante (i battiti ectopici ventricolari possono rappresentare un indice di sospetto di una malattia fino a quel momento non nota). Inoltre affrontano la problematica del trattamento ancora oggetto di ampia discussione, sebbene, in casi selezionati l’ablazione transcatetere possa apportare miglioramenti in termini di prognosi. Flavio D’Ascenzi et al. valutano invece questa problematica nell’ambito dello sport. Nel nostro Paese già da molti anni è stata posta una particolare attenzione nell’identificare atleti a rischio di eventi clinici gravi. L’impegno è rivolto in particolare alla prevenzione della morte improvvisa, che rimane la causa principale di morte nel corso di competizioni sportive. La rassegna analizza in maniera sistematica i diversi aspetti dell’extrasistolia ventricolare a partire dalla valutazione del “burden” e dalla complessità dell’aritmia passando per l’analisi dettagliata della morfologia e del comportamento delle extrasistoli in relazione allo sforzo o le modificazioni dopo “detraining” proponendo un percorso diagnostico e soffermandosi sulle delicate implicazioni per l’idoneità agonistica. •




L’ECG e l’idoneità medico-sportiva

Alcuni argomenti più di altri possono mettere in seria difficoltà il cardiologo clinico: uno di questi è rappresentato dalle alterazioni elettrocardiografiche nell’atleta e dall’extrasistolia ventricolare nel soggetto sano e/o nello sportivo (vedi rassegne precedenti). Uno dei massimi esperti italiani di elettrocardiografia, Pietro Delise, scandaglia l’argomento delle alterazioni elettrocardiografiche nell’atleta con metodo e apparente semplicità aiutandoci a capire come districarci in un mondo che appare complesso e carico di responsabilità anche medico-legali. Ed è così che ci vengono raccontate e spiegate le alterazioni elettrocardiografiche “comuni” e quelle “non comuni”, che richiedono un approfondimento con esami di primo e secondo livello (ecocardiogramma, prova da sforzo,
ECG Holter e risonanza magnetica).
Altri approfondimenti specifici sono dedicati all’interpretazione dei diversi sottotipi di ripolarizzazione ventricolare precoce (la cui diagnosi differenziale con il pattern tipo Brugada può creare imbarazzo), alle alterazioni della ripolarizzazione ventricolare, in particolare le onde T negative e il loro comportamento durante sforzo, e infine alle alterazioni elettrocardiografiche nei soggetti di colore. La rassegna è corredata di numerose immagini esplicative e didattiche ed aiuta ad interpretare i diversi pattern elettrocardiografici con “trucchetti” ed insegnamenti preziosi per il cardiologo che non ha una conoscenza approfondita dell’argomento. •