Le cardiopatie congenite sono la malformazione neonatale più frequente, con una prevalenza stimata tra lo 0.8% e l’1%. La diagnostica con ultrasuoni negli ultimi anni ha visto allargare sempre di più il proprio campo di applicazione, dati il basso costo, la facile fattibilità e ripetibilità e la sua innocuità, diventando un punto cardine nella diagnostica cardiologica. L’ecocardiografia fetale è una tecnica sempre più diffusa, che spesso viene chiamata in causa come esame complementare all’ecografia strutturale eseguita dai ginecologi, nel caso di sospetta cardiopatia o in presenza di aumentato rischio di cardiopatia. L’ecocardiografia fetale così da una parte è in grado di valutare l’anatomia cardiaca, con l’eventuale riscontro e classificazione di anomalie strutturali, e dall’altra dà una risposta di tipo funzionale, valutando il compenso cardiocircolatorio nonché il ritmo cardiaco.
Scopo di questa rassegna è sintetizzare i principali parametri e le tecniche ecocardiografiche, Doppler, Doppler tissutale sino allo strain bidimensionale, nella diagnostica ecocardiografica fetale con particolare attenzione allo studio della funzione contrattile e delle aritmie.