Per “cuore d’atleta” si intendono gli adattamenti cardiaci all’allenamento, caratterizzati da un aumento simmetrico dei diametri endocavitari e degli spessori parietali delle camere atriali e ventricolari. La morfologia del cuore d’atleta presenta spesso caratteristiche intermedie tra un modello di ipertrofia ventricolare sinistra (IVS) concentrica ed eccentrica, in considerazione della larga prevalenza di attività sportive con caratteristiche di tipo misto e dei protocolli di allenamento, in cui viene solitamente programmata un’attività bilanciata di tipo aerobico ed anaerobico. L’ecocardiografia è la metodica di elezione per lo studio del cuore d’atleta ed anche per la differenziazione dell’IVS fisiologica da quella patologica (cardiomiopatia ipertrofica ed IVS da ipertensione arteriosa). L’approccio iniziale alla valutazione ecocardiografica nel cuore d’atleta deve, quindi, essere teso ad ottenere l’analisi quantitativa del ventricolo sinistro. In tal modo è possibile ricavare la massa ventricolare sinistra e l’indice di massa ventricolare sinistra ma anche lo spessore relativo di parete, al fine di stabilire se l’IVS è di tipo concentrico od eccentrico. Nella stima della funzione sistolica il Doppler tissutale (pulsato o color) e lo strain rate imaging (Doppler o bidimensionale) si affiancano alla frazione di eiezione nella stima della funzione sistolica. La funzione diastolica si avvale non solo del Doppler standard ma anche del Doppler tissutale pulsato che può consentire di differenziare l’IVS dell’atleta da quella dell’iperteso e dalla cardiomiopatia ipertrofica mediante la semplice stima della velocità miocardica protodiastolica. Anche le caratteristiche morfo-funzionali dell’atrio sinistro e del ventricolo sinistro possono essere studiate opportunamente nel cuore d’atleta adoperando l’ecocardiografia standard, a cui è possibile affiancare anche le tecnologie ultrasonore più avanzate.