Il razionale della profilassi antibiotica dell’endocardite è basato sulla riproducibilità di infezione, in modelli sperimentali, dopo induzione di batteriemia nella sede di endotelio precedentemente danneggiato. Tuttavia, in assenza di evidenze cliniche basate su studi randomizzati, la diffusa pratica clinica della profilassi dell’endocardite in occasione di procedure a rischio di batteriemia è stata recentemente ristretta soltanto alle condizioni cardiache ad elevata probabilità di infezione a decorso clinico sfavorevole. In aggiunta alla profilassi antibiotica periprocedurale in soggetti ad alto rischio, la realizzazione del nuovo paradigma preventivo richiede un approccio alle condizioni di rischio extracardiache (virulenza batterica, comorbilità, variabili demografiche), responsabili di endocardite a decorso sfavorevole indipendentemente dalla cardiopatia preesistente. In particolare, la prevenzione dell’endocardite nosocomiale, caratterizzata da un profilo di rischio sfavorevole e spesso insorgente in soggetti senza cardiopatia, necessita di misure specifiche non contemplate dalle raccomandazioni delle linee guida, prevalentemente focalizzate alla prevenzione dell’endocardite extraospedaliera.