La cardiomiopatia takotsubo è una sindrome caratterizzata da disfunzione sistolica regionale acuta del ventricolo sinistro, frequentemente correlata a stress psicofisico e generalmente reversibile. Si tratta di una sindrome non frequente, che coinvolge più spesso il sesso femminile con massima incidenza tra la settima e l’ottava decade di vita.
L’eziopatogenesi non è ancora stata completamente chiarita, ma sono state avanzate diverse ipotesi: danno epicardico multivasale coronarico, alterazioni del microcircolo coronarico, cardiotossicità catecolaminergica, stunning neurogenico.
La presentazione clinica può mimare una sindrome coronarica acuta: dolore precordiale a riposo o dispnea, con alterazioni elettrocardiografiche di nuova insorgenza caratterizzate da sopraslivellamento del tratto ST o inversione dell’onda T. L’esame coronarografico, che per essere diagnostico deve essere eseguito entro 48 h, esclude la presenza di stenosi aterosclerotiche significative o rottura acuta di placca. La ventricolografia documenta le caratteristiche anomalie della cinesi regionale (acinesia dell’apice ed ipercinesia dei segmenti basali) che danno alla sindrome il nome (“takotsubo” è un cestello usato in Giappone per la cattura dei polpi). L’ecocardiogramma in fase acuta evidenzia la presenza dei già citati difetti della cinetica regionale che caratteristicamente regrediscono nei giorni successivi. Non esiste oggi una terapia specifica della sindrome, ma essa viene trattata con una terapia di supporto e sintomatica.