L’ablazione transcatetere (ATC) della fibrillazione atriale (FA) mediante isolamento delle vene polmonari è una terapia efficace ed indicata per i pazienti sintomatici con FA refrattaria alla terapia farmacologica. È noto che i pazienti con FA sintomatica possono presentare un’elevata incidenza di episodi asintomatici. Poiché i principali studi sull’ATC della FA hanno valutato come endpoint la recidiva di episodi sintomatici di FA, le percentuali di successo dell’ATC possono essere state in realtà sovrastimate.
Infatti, studi clinici che hanno utilizzato il monitoraggio transtelefonico giornaliero o Holter settimanali seriati riportano un’incidenza di episodi asintomatici di FA dopo ATC pari a circa il 50% di tutte le recidive aritmiche. Inoltre, tali studi hanno evidenziato come la percentuale di episodi asintomatici incrementi significativamente dopo ATC. Variazioni delle caratteristiche dell’aritmia o alterazioni del sistema nervoso autonomo indotte dall’ATC, così come un effetto placebo e modifiche della terapia farmacologica, possono essere i fattori responsabili dell’incremento degli episodi asintomatici di FA dopo ATC.
Un attento monitoraggio delle recidive di FA è di fondamentale importanza non solo per una stima reale dell’efficacia dell’ATC, ma anche per orientare le strategie terapeutiche nel singolo paziente. La decisione di interrompere la terapia anticoagulante orale dopo ATC della FA o la scelta di sospendere la terapia antiaritmica dovrebbero essere orientate sulla base dell’assenza certa di recidive aritmiche sintomatiche ed asintomatiche.
L’utilizzo di un sistema impiantabile loop recorder con un software dedicato per il riconoscimento della FA e delle tachicardie atriali potrebbe costituire un’alternativa agli attuali sistemi di monitoraggio post-ATC. La disponibilità dei pazienti ad accettare tale strategia mini-invasiva rimane tuttavia ancora da dimostrare.