L’invecchiamento progressivo della popolazione, assieme alle errate abitudini di vita, prima tra tutte la sedentarietà, spiegano l’incremento tumultuoso dell’epidemiologia delle malattie cardiovascolari nel nostro paese. Studi epidemiologici, clinici e di laboratorio hanno fornito evidenze definitive sulla capacità dell’attività fisica di migliorare le prestazioni fisiche e di ridurre la morbilità e la mortalità cardiovascolare. L’attività fisica, inoltre, sembra in grado di ridurre significativamente il rischio di sviluppare anche altre malattie croniche ad elevato impatto economico ed organizzativo, quali l’obesità, l’osteoporosi, il diabete, le neoplasie e la depressione. Per tale ragione, l’esercizio fisico si propone come mezzo preventivo e terapeutico fisiologico, economico ed efficace in numerose condizioni cliniche. Comunque, nonostante i numerosi dati scientifici a nostra disposizione spingano a seguire uno stile di vita fisicamente attivo, al giorno d’oggi solo una minoranza della popolazione italiana pratica regolarmente esercizio fisico. La promozione dell’attività fisica nella popolazione generale e in quella dei pazienti affetti da malattie cardiovascolari, cioè la prescrizione della cosiddetta sport-terapia, costituisce pertanto uno degli obiettivi primari delle nostre istituzioni sanitarie nei prossimi decenni.