Razionale. L’ECG da sforzo e l’eco-stress dobutamina sono generalmente eseguiti precocemente dopo infarto miocardico acuto non complicato per la stratificazione prognostica dei pazienti al fine di definire il percorso diagnostico-terapeutico più idoneo. Scopo del lavoro è stato valutare se l’associazione di un test di imaging incrementi la capacità dell’ECG da sforzo di identificare i pazienti con ischemia residua e quelli a rischio di eventi nel follow-up.
Materiali e metodi. Sono stati arruolati 442 pazienti sottoposti prima della dimissione ad ECG da sforzo e ad eco-stress dobutamina e successivamente ad esame coronarografico entro 30 giorni dalla dimissione. In caso di ECG da sforzo negativo, il test è stato ripetuto a 20 giorni dalla dimissione. Il follow-up è durato 26.8 ± 9 mesi. Gli endpoint sono stati: morte, reinfarto non fatale e angina instabile che abbia richiesto l’ospedalizzazione o nuove procedure di rivascolarizzazione.
Risultati. La sensibilità dei due test, sia singolarmente che associati, è risultata superiore negli uomini; la specificità dell’eco- stress dobutamina è risultata maggiore nelle donne. Nelle donne l’associazione ha incrementato il valore predittivo negativo dell’ECG da sforzo del 31% ed il valore predittivo positivo del 5.6%; negli uomini il valore predittivo negativo è aumentato del 15.5% con una riduzione, tuttavia, del valore predittivo positivo del 12%. Una bassa capacità funzionale al treadmill (<6 METs), ha dimostrato un potere predittivo di eventi spontanei indipendente dal risultato del test e dalle altre variabili. Le curve di sopravvivenza libera da eventi in rapporto alla capacità funzionale, considerato il cut-off di 6 METs, divergono significativamente fin dai primi mesi, sia negli uomini che nelle donne.
Conclusioni. I risultati suggeriscono iter di stratificazione differenti nei due sessi: negli uomini può essere sufficiente un test ergometrico prima della dimissione, eventualmente ripetuto dopo la dimissione, se sottomassimale negativo. Nelle donne è consigliabile associare un test di imaging al test ergometrico prima della dimissione. Quest’ultimo rimane comunque una tappa centrale nel processo di stratificazione anche per la sua capacità di identificare i pazienti a rischio di eventi nel follow-up.