Razionale. Nonostante sia ormai prassi diffusa trasferire un paziente con sindrome coronarica acuta da un centro periferico (Spoke) a uno dotato di emodinamica (Hub), il suo immediato ritrasferimento all’ospedale di provenienza dopo una procedura di angioplastica non lo è allo stesso modo. Presentiamo l’esperienza del nostro Centro.
Materiali e metodi. Dal 1° febbraio al 31 luglio 2005, 102 pazienti (73 maschi, 29 femmine, età media 69 ± 10.9 anni) con sindrome coronarica acuta sono stati inviati dalla periferia al Laboratorio di Emodinamica di Bolzano per eseguire una coronarografia ed eventuale angioplastica urgente. Mediante una scheda da noi preparata, compilata dal personale medico/paramedico deputato al ritrasporto del paziente alla sede di provenienza immediatamente dopo la procedura di emodinamica, abbiamo raccolto i dati riguardanti eventuali possibili complicanze che potevano presentarsi durante il ritrasporto stesso.
Risultati. Immediatamente a termine della procedura, 88 pazienti (87.1%) sono stati rinviati alla sede di provenienza; di questi, 61 (69%) accompagnati da medico, i restanti 27 (31%) solo da personale paramedico. L’emostasi in sede di puntura arteriosa a livello inguinale è stata ottenuta immediatamente a termine della procedura in Sala di Emodinamica con l’ausilio di appropriati device in 87 pazienti (86.1%). Durante il ritrasferimento non si sono avute complicanze di tipo ischemico, aritmico, emorragico.
Conclusioni. Nella nostra esperienza l’immediato ritrasferimento dei pazienti alla sede di provenienza, dopo coronarografia ed eventuale angioplastica eseguita con carattere d’urgenza, risulta fattibile e sicuro. Pensiamo inoltre che la presenza del medico, qualora il paziente sia clinicamente stabile e venga accompagnato da personale paramedico specializzato, non sia da considerarsi strettamente necessaria.