La fibrillazione atriale e la patologia carotidea rappresentano le cause più frequenti di ictus, ma numerosi pazienti riconoscono cause anche più rare. Negli ultimi anni, grazie all’introduzione dell’ecografia transesofagea (ETE) e di altre tecniche di immagine, l’aterosclerosi dell’aorta toracica è stata riconosciuta come una causa potenziale di ictus e di embolia sistemica. In passato, prima dell’avvento dell’ETE, questi ictus erano definiti criptogenetici. In realtà, placche aortiche complicate sono presenti in almeno un quarto dei pazienti con eventi embolici e la severità di queste lesioni, studiate con l’ETE, è in stretta relazione con il rischio di eventi futuri, soprattutto quando le placche sono mobili o con trombosi sovrapposta. Purtroppo la diagnosi di ateromasia dell’aorta toracica è quasi sempre tardiva, dopo la comparsa dell’evento embolico. In questo articolo viene discusso il ruolo delle placche aortiche complicate come fattore di rischio indipendente di ictus e le possibili implicazioni terapeutiche. Purtroppo studi randomizzati sul trattamento dell’aterosclerosi aortica non sono ancora disponibili e, sebbene il warfarin e le statine appaiano promettenti negli studi retrospettivi effettuati, i dati disponibili non consentono ancora indicazioni definitive.
In conclusione, nonostante i criteri diagnostici e il significato prognostico negativo dell’aterosclerosi dell’aorta toracica siano definiti, le strategie terapeutiche ottimali in questo contesto sono ancora controverse. Per questo motivo è necessario che siano effettuati studi clinici randomizzati su questa importante patologia.