La frequenza cardiaca è un importante fattore prognostico nella malattia cardiovascolare e molti dati sostengono l’importanza del suo controllo per migliorare la prognosi a lungo termine. È stato dimostrato che esiste una relazione inversa tra frequenza cardiaca e aspettativa di vita. Questa relazione inversa potrebbe essere un epifenomeno in cui la frequenza cardiaca è un marker o un determinante del consumo metabolico e del bisogno energetico. La frequenza cardiaca è controllata dalla corrente If, che gioca un ruolo centrale come pacemaker nel nodo seno-atriale. L’ivabradina è il primo esempio di farmaco in grado di agire controllando solo la frequenza cardiaca inibendo in modo selettivo la corrente If nel nodo seno-atriale. L’azione dell’ivabradina ha dimostrato in molti studi di preservare la vasodilatazione durante esercizio fisico, in assenza di un’azione inotropa negativa e di riduzione della contrattilità miocardica. Inoltre, è in grado di proteggere il miocardio durante l’ischemia, migliorare la funzione ventricolare sinistra nello scompenso cardiaco congestizio e ridurre il rimodellamento cardiaco dopo infarto miocardico.