Razionale. Di fronte alla grande variabilità dei dati riguardanti l’epidemiologia dello scompenso cardiaco sono necessarie analisi in piccole aree per una corretta gestione delle risorse.
Materiali e metodi. Sono stati considerati 56 292 ricoveri, dal 1996 al 2001, classificati con il DRG 127. È stata analizzata, per i soli residenti in Torino, la mortalità ad 1 e 12 mesi dal ricovero. È stata svolta un’indagine multivariata sia sulla totalità dei pazienti sia escludendo i 4248 ricoveri con diagnosi di shock cardiogeno.
Risultati. I ricoveri per DRG 127 sono aumentati fino al 1999 e in seguito sono rimasti stabili. Siccome i ricoveri totali sono diminuiti, la percentuale dei ricoveri per DRG 127 sul totale cresce dall’1.3 al 2%. L’età media è aumentata da 72.8 a 75.4 anni tra gli uomini e da 77.9 a 80.0 anni tra le donne. La degenza media si è ridotta sia tra gli uomini (da 10.8 a 9.9 giorni) che tra le donne (da 11.5 a 10.7 giorni). Entro 12 mesi il 17.4% dei pazienti è stato nuovamente ricoverato. La mortalità intraospedaliera è in riduzione dal 17.3 al 14.3% tra gli uomini e dal 20.1 al 14.6% tra le donne. Nei residenti in Torino, la mortalità ad 1 mese è in diminuzione così come quella a 12 mesi dal ricovero (negli uomini dal 40.5 al 35.5% e nelle donne dal 33.5 al 28.7%). I ricoveri per shock cardiogeno diminuiscono dall’11.8 al 4.8%. Dall’analisi multivariata, oltre ad un’ovvia correlazione tra la mortalità intraospedaliera e l’età dei pazienti, è stato osservato sia nei maschi, sia nelle femmine, un aumento di mortalità in coloro che sono stati ricoverati in un reparto non cardiologico.
Conclusioni. Il numero delle ospedalizzazioni per DRG 127, tra il 1998 e il 2001, rimane stabile ma aumenta in percentuale sui ricoveri totali. La progressiva riduzione della mortalità ospedaliera, ad 1 e 12 mesi sembra legata più a diverse caratteristiche dei pazienti che ad un effetto reale.