Razionale. Il decubito della tasca pacemaker o cardioverter- defibrillatore impiantabile (ICD) risulta una complicanza di alto rilievo clinico con un’incidenza media molto variabile in letteratura; tale complicanza si può associare a segni di infezione locale e/o sistemica ed essere dunque temibile.
Materiali e metodi. Abbiamo effettuato una raccolta dati di tipo retrospettivo presso tutti i centri del Piemonte e Valle d’Aosta nel corso delle riunioni regionali AIAC, riguardo al triennio 1996-1998, mediante l’invio di un modulo prestampato utile alla rilevazione dei dati clinici salienti dei singoli casi di decubito.
Risultati. Su 26 centri contattati, abbiamo ottenuto risposta da 21 (81%); nel triennio sono stati effettuati 7793 impianti e/o sostituzioni pacemaker e sono stati segnalati nel successivo follow-up di almeno 36 mesi, 100 casi di decubito della tasca con un’incidenza globale dell’1.28% (range 0-3.1%); per quanto riguarda l’impianto di ICD non vengono segnalati casi di decubito nei 289 impianti effettuati (in 13 centri). Non si sono documentate differenze statisticamente significative nell’incidenza di decubiti considerando i seguenti fattori: esperienza dell’operatore, tipo di sala utilizzata, tipo di antibioticoterapia effettuata (locale o sistemica); rispetto alla comparsa temporale la maggior parte dei decubiti (75% circa) compare nei primi 24 mesi dopo l’ultimo trattamento chirurgico; sono comunque presenti casi di decubito che si manifestano anche dopo 3- 4 anni di follow-up.
Conclusioni. Tale indagine retrospettiva ci ha permesso di avere una fotografia reale di quanto avviene nella nostra regione anche per quanto riguarda l’atteggiamento terapeutico di tale complicanza; riteniamo che tale indagine sia stata molto importante per permettere a tutti gli operatori di sapere cosa avviene negli altri centri e di avviare, se necessario, un controllo di qualità interno per ridurre al minimo tale complicanza.