Razionale. Dal giugno 2001 abbiamo attivato un piano per il trattamento dell’infarto miocardico acuto, basato sulla stratificazione del rischio, sul collegamento telematico fra i punti chiave della catena di cura e sull’ottimizzazione dei percorsi extra e intraospedalieri. In questo lavoro noi sottolineiamo il contributo della telemedicina nel ridurre i tempi di trattamento farmacologico preospedaliero e di ricanalizzazione meccanica in una rete provinciale.
Materiali e metodi. Mantova, provincia della Lombardia orientale, ha una sola azienda ospedaliera con un ospedale di IV livello, due di II livello, due di I livello e due di riabilitazione. I mezzi di soccorso territoriale 24/24 ore sono 17: 6 con rianimazione cardiopolmonare avanzata (ALS) e 11 con rianimazione cardiopolmonare di base (BLS) di cui 2 con infermiere professionale a bordo. Su ogni ambulanza ALS è installato un monitor LIFEPAK 12 con cardiodefibrillatore semiautomatico per trasmissione via GSM di ECG a 12 derivazioni.
Risultati. In 3 anni di attività sono stati sottoposti ad angioplastica coronarica (PTCA) primaria 340 pazienti con infarto miocardico acuto. Duecentoquarantotto (73%) si sono recati al Pronto Soccorso dell’ospedale più vicino con mezzi propri o con l’ambulanza non medicalizzata (gruppo A), mentre 92 pazienti (27%) sono stati soccorsi dall’ambulanza ALS medicalizzata del 118 e trasportati direttamente al Laboratorio di Emodinamica dopo aver trasmesso il tracciato ECG in Unità di Terapia Intensiva Coronarica (gruppo B). Il ritardo decisionale è stato di 144 ± 65 min nei pazienti transitati dal Pronto Soccorso (gruppo A) e di 74 ± 37 min nei pazienti soccorsi dall’ambulanza ALS (gruppo B). Il “door-to-balloon” medio è stato di 76 ± 26 min nel gruppo A e 47 ± 21 min nel gruppo B. Il successo procedurale, un flusso TIMI 3, è stato elevato in entrambi i gruppi. La mortalità intraospedaliera è stata complessivamente del 6.8 e 5.4%, rispettivamente nel gruppo A e B.
Conclusioni. I nostri dati evidenziano come il ricorso all’ALS del 118 si correli a un ridotto tempo decisionale, come la trasmissione dell’ECG e dei parametri clinici permetta una rapida e sicura diagnosi di infarto miocardico acuto e consenta un minore “door-to-balloon” ed un più breve tempo di intervento complessivo in grado di influenzare positivamente la mortalità.