Le calcificazioni coronariche indagate tramite metodiche diagnostiche non invasive, come la tomografia computerizzata spirale multistrato e la tomografia a fascio di elettroni, presentano una correlazione con la malattia aterosclerotica subclinica e conseguentemente, quando espresse in quantità elevata, con un rischio aumentato di eventi cardiovascolari. Depositi calcifici possono formarsi anche nelle arterie mammarie; la loro presenza può essere un reperto incidentale durante esame mammografico eseguito per lo screening del carcinoma mammario. Anche in questo distretto sembrano correlarsi ad un’aumentata morbilità cardiovascolare. Questa rassegna analizza l’interazione che esiste tra questi due processi calcifici vascolari e l’aumentata prevalenza di coronaropatia ad essi correlata.