Lo studio dell’invecchiamento del cuore (dizione preferibile a quella di “cuore senile”) ha sempre urtato contro la difficoltà di distinguere i processi fisiologici, per così dire inevitabili, da quelli patologici legati alla sovrapposizione di fattori genetici, ambientali, alimentari, voluttuari. In questi ultimissimi anni l’uso di tecniche moderne (ad esempio ecocardiografia, tomografia ad emissione di positroni) e il crescente ricorso alla biologia molecolare hanno chiarito numerosi punti oscuri o controversi. Il concetto di rimodellamento è stato esteso dal cuore alle pareti arteriose e quello di “accoppiamento ventricolo-arterioso” ha contribuito ad interpretare razionalmente alcuni aspetti strutturali e funzionali. Particolare attenzione è stata rivolta alla disfunzione diastolica del ventricolo sinistro, mentre per quanto concerne la performance sistolica, a riposo e in lavoro, i nuovi dati hanno sostanzialmente confermato quelli consegnati da tempo alla letteratura. Gli autori sottolineano la necessità di considerare anche l’invecchiamento del cuore nell’ambito della cosiddetta “unità cardiopolmonare” e alla luce delle recenti acquisizioni concernenti la funzione della muscolatura scheletrica periferica, con particolare riguardo al fenomeno della sarcopenia, così frequente in età avanzata.