Nella sindrome da immunodeficienza virale acquisita (HIV) nell’uomo il riscontro ECG di un’alterata ripolarizzazione cardiaca con aspetto di un QT lungo può essere conseguenza di un’azione diretta del virus sul muscolo cardiaco o secondaria alla neuropatia autonomica o anche alle terapie farmacologiche utilizzate.
Talora l’associazione di farmaci impiegati contro il virus HIV o per contrastare le complicanze da infezioni batteriche e fungine, possono portare a serie interazioni farmacologiche; alcuni farmaci inoltre, modificando le proprietà elettrofisiologiche della miocellula cardiaca e/o favorendo la comparsa di postpotenziali oscillatori, facilitano l’insorgenza di severe aritmie ventricolari.
Il metadone è un farmaco spesso utilizzato in pazienti HIV-positivi tossicodipendenti; per la sua capacità di allungare il QT quando somministrato ad una posologia elevata e per la sua farmacocinetica (è metabolizzato dal citocromo CYP3A) può essere responsabile o contribuire, se in associazione ad altri farmaci inibitori del citocromo P450, ad episodi aritmici ventricolari a tipo torsione di punta.
Presentiamo il caso di un paziente HIV-positivo in trattamento con antivirali, fluconazolo e metadone che improvvisamente ha presentato episodi pre- e sincopali da aritmie ventricolari recidivanti e sostenute, regredite dopo graduale sospensione dei farmaci.