La coronaropatia è la prima causa di morte nei paesi industrializzati e questo nonostante i notevoli progressi diagnostici e terapeutici. L’avvento negli ultimi anni di nuove tecniche di imaging come la tomografia computerizzata a fascio di elettroni e la tomografia computerizzata spirale multistrato implementata con relativo software per la quantificazione (calcium score) del calcio coronarico, sembra rivestire un ruolo molto importante nella diagnosi della cardiopatia ischemica nei pazienti asintomatici. È ormai noto che il calcio coronarico è legato ad un’alta probabilità di malattia aterosclerotica subclinica; in particolare l’area della calcificazione presenta una correlazione positiva con l’area della placca ateromatosa analizzata su base istopatologica. Sul meccanismo fisiopatologico esistono ancora pareri discordanti tra chi ipotizza un effetto destabilizzante del calcio adeso alla placca e chi, al contrario, un effetto stabilizzante; tuttavia l’estensione delle calcificazioni coronariche è strettamente correlata con quella delle placche aterosclerotiche e di conseguenza con il possibile rischio di eventi. Molti studi hanno analizzato il valore predittivo del calcium score in vari sottogruppi di pazienti (asintomatici, con dolore toracico, diabetici), confermando nei soggetti a maggior rischio di eventi cardiovascolari estesi depositi calcifici. Resta ancora da chiarire tuttavia come si correlano gli altri fattori di rischio con i valori di calcium score e quanto questo dipenda da una predisposizione genica individuale.