Il gold standard per l’imaging diretto diagnostico delle coronarie è ancora l’angiografia convenzionale, sebbene per molte altre applicazioni, metodiche non invasive hanno sostituito quelle invasive. Negli ultimi 10 anni molte tecniche (risonanza magnetica, tomografia a fascio di elettroni, tomografia computerizzata spirale) si sono avvicendate per tentare di ricoprire il ruolo della coronarografia con modalità non invasiva. L’introduzione di sistemi di tomografia computerizzata multistrato con ricostruzione retrospettiva elettrocardiografica, ha modificato il panorama dell’imaging diagnostico. Infatti, i risultati sono stati subito promettenti con le generazioni a 4 strati e con le generazioni a 16 strati è ragionevole chiedersi quale possa essere il ruolo clinico da assegnare a questa metodica.
Mediante un esame della durata < 20 s dopo somministrazione di mezzo di contrasto iodato per via endovenosa, è possibile ottenere informazioni simili alla coronarografia convenzionale sul lume del vaso. Inoltre, oltre alla pervietà vascolare, anche le placche aterosclerotiche possono essere visualizzate e caratterizzate (calcifica, soft, mista). Studi in corso stanno validando questa tecnologia per la caratterizzazione delle placche aterosclerotiche in funzione della vulnerabilità. La stessa metodica inoltre permette di effettuare la valutazione sulla funzionalità e sulla motilità miocardica.
Pur con alcune limitazioni legate alla frequenza cardiaca, questa metodica è in grado di ampliare le possibilità di valutazione diretta delle coronarie in pazienti nei quali attualmente la coronarografia convenzionale è ritenuta eccessiva o prematura.