Razionale. Dal giugno 2001 abbiamo attivato nella nostra provincia un piano per il trattamento dell’infarto miocardico acuto basato sulla stratificazione del rischio, sul collegamento telematico tra i punti chiave della catena di cura e sull’ottimizzazione dei percorsi organizzativi extra ed intraospedalieri.
Materiali e metodi. La rete ospedaliera comprende un ospedale di IV livello, due ospedali di II livello, quattro ospedali di I livello ed i mezzi di soccorso distribuiti sul territorio. Lo schema operativo che abbiamo adottato, utilizzando le nuove apparecchiature di telemedicina, consente, attraverso una diagnosi precoce di infarto miocardico acuto, di indirizzare verso una terapia trombolitica solo i pazienti a basso rischio afferenti agli ospedali periferici e verso un’angioplastica primaria tutti quelli ad alto rischio.
Risultati. Sono stati sottoposti ad angioplastica 220 pazienti affetti da infarto miocardico acuto; 179 pazienti (81%) hanno eseguito un’angioplastica primaria, 26 (12%) una facilitata e 15 (7%) una rescue; 121 pazienti (55%) sono giunti direttamente all’Ospedale di Mantova di cui 65 (30%) trasferiti dagli ospedali periferici e 34 (15%) trasportati dai mezzi di soccorso direttamente al Laboratorio di Emodinamica. Si è ottenuto un successo procedurale nel 98% dei casi; una mortalità intraospedaliera complessiva del 5.5% ed intraprocedurale dello 0.5%; del 36% nei pazienti in shock cardiogeno. Si è avuto un reinfarto nell’1% e necessità di emotrasfusioni nel 2.2%. Durante il trasporto un paziente in shock cardiogeno è deceduto. Il tempo doorto- balloon medio è stato di 73 min con una riduzione del 39% nel secondo periodo dopo l’attivazione della telemedicina.
Conclusioni. L’attuazione del progetto nell’ambito di una rete provinciale per l’infarto miocardico acuto ha consentito di sottoporre ad angioplastica primaria tutti gli infarti ad alto rischio con alto successo procedurale. L’attivazione della telemedicina ha permesso di ridurre in pochi mesi il tempo door-to-balloon.