Razionale. Nell’ultima decade sono state introdotte una miriade di nuove procedure e strumentazioni nella pratica clinica e sperimentale della cardiochirurgia. È tuttora ignoto se dette procedure abbiano stimolato una reale crescita di questa branca chirurgica. Il presente lavoro intende caratterizzare, attraverso una valutazione multicentrica, lo stato dell’arte sul territorio nazionale.
Materiali e metodi. Un questionario richiedente un parere sulle nuove tecniche e una previsione sulle loro potenzialità di sviluppo è stato inviato a tutte le strutture cardiochirurgiche pubbliche e private. Le tecniche monitorate sono state: la chirurgia coronarica “offpump”, la rivascolarizzazione in pazienti a bassa frazione di eiezione, il rimodellamento ventricolare, la ricostruzione mitralica, l’approccio ministernotomico nella chirurgia aortica, l’adozione del laser, dell’endoscopia, dell’“heart port-access” e della robotica.
Risultati. L’adozione del laser, dell’“heart port-access” e della toracoscopia viene sempre più accantonata per la dimostrata inefficacia e/o per la complessità di impiego. Ampio è il dibattito sulla chirurgia coronarica “off-pump” per definire reali indicazioni e vantaggi. Grazie anche alla diffusione di nuovi materiali protesici, si è sempre più affermata la chirurgia conservativa mitralica con una crescente espansione delle indicazioni. Similmente, è unanime il consenso sulla rivascolarizzazione miocardica in pazienti a bassa frazione di eiezione. L’approccio ministernotomico e il rimodellamento chirurgico del ventricolo sinistro sono attualmente in lento ma progressivo sviluppo.
Conclusioni. La cardiochirurgia in Italia partecipa con impegno ed interesse alle nuove linee di ricerca e allo sviluppo del settore. Tuttavia, banditi facili entusiasmi, ogni nuova strategia viene sottoposta a un’intensa valutazione scientifica prima di assurgere a pratica consuetudinaria.