La numerosità dei pazienti con insufficienza cardiaca avanzata nonostante terapia medica appropriata, a fronte della scarsa disponibilità di soluzioni terapeutiche radicali come il trapianto cardiaco, ha aumentato l’interesse verso opzioni chirurgiche diverse. In questo articolo verranno passate in rassegna la correzione dell’insufficienza mitralica secondaria, la ventricolotomia di riduzione, e l’aneurismectomia/ventricoloplastica.
L’insufficienza mitralica secondaria aggrava il quadro clinico e peggiora la prognosi nei pazienti con disfunzione ventricolare sinistra di origine ischemica e non ischemica. La sua correzione, prevalentemente con intervento riparativo, può essere praticata con rischi accettabili nei pazienti che possono essere portati all’intervento in condizioni di equilibrio emodinamico. La correzione dell’insufficienza mitralica è opportuna nei pazienti con rigurgito significativo che vengono sottoposti a rivascolarizzazione; non vi è univocità di risultati relativamente al vantaggio clinico-strumentale ottenibile con questo intervento (e, di conseguenza, relativamente ai criteri di indicazione) nei pazienti con rigurgito severo in cardiomiopatia idiopatica o postischemica non rivascolarizzabile.
La ventricolotomia di riduzione, teoricamente attraente per la sua relativa semplicità e praticabilità, non ha risposto alle aspettative in termini di prevedibilità, probabilità e durata del miglioramento, ed è associata ad una mortalità peri e postoperatoria significativa.
La ricostruzione della forma del ventricolo sinistro nel postinfarto mediante aneurismectomia o ventricoloplastica viene eseguita per lo più in associazione alla rivascolarizzazione, nei pazienti con significativa deformazione e disfunzione ventricolare postinfartuale; le indicazioni ed i risultati di questa chirurgia variano in rapporto alla propensione e all’esperienza del team chirurgico.
In conclusione, è auspicabile la cooperazione multicentrica in studi randomizzati o almeno in registri per definire meglio il ruolo della chirurgia di riparazione dell’insufficienza mitralica e di rimodellamento del ventricolo sinistro nei pazienti con insufficienza cardiaca clinicamente avanzata.