L’associazione fra trombocitopenia e fenomeni trombotici è stata descritta nel 33-50% dei pazienti che sviluppano la sindrome trombocitopenica indotta dall’eparina (HIT); la trombosi delle vene profonde costituisce la complicanza più frequente mentre la trombosi endocavitaria cardiaca è descritta come rara. Descriviamo il caso di una paziente di 64 anni trattata con eparina non frazionata per un infarto miocardico e una trombosi venosa profonda occorsi 13 giorni dopo un intervento di rivascolarizzazione miocardica con triplice bypass aortocoronarico.
In concomitanza di una drastica riduzione delle piastrine plasmatiche, l’ecocardiogramma transesofageo evidenziò nella paziente una trombosi massiva delle quattro cavità cardiache; la diagnosi di HIT venne posta in base al riscontro di elevati titoli di anticorpi antieparina- PF4.
Dopo la sospensione dell’eparina non frazionata si osservò una rapida normalizzazione della conta piastrinica e con l’uso di anticoagulanti orali si ottenne una progressiva riduzione della dimensione dei trombi. Alla warfarina vennero aggiunti 325 mg/die di aspirina per la persistenza delle formazioni trombotiche a 1 mese di distanza; con questo duplice trattamento si ottenne, dopo 6 mesi, la completa regressione della trombosi cardiaca senza complicanze emboliche.