Razionale. Per ridurre il numero di ricoveri ordinari, abbiamo valutato l’efficacia e la sicurezza della cardioversione elettrica (CE) della fibrillazione atriale (FA) in pazienti con FA persistente in regime di day-hospital.
Materiali e metodi. Abbiamo sottoposto a CE 127 pazienti consecutivi affetti da FA persistente previa valutazione con ecocardiogramma transtoracico, assunzione di terapia anticoagulante orale per almeno 3 settimane (mantenendo l’INR tra 2 e 3) e, se non controindicato, carico orale di amiodarone. I pazienti si presentavano alle 8.00 a digiuno; dopo controllo dell’INR venivano sottoposti a breve anestesia generale con propofol e a CE con DC shock monofasico i primi 87 e DC shock bifasico i successivi 40 pazienti. Il numero massimo delle scariche era di 3. L’elettrocardiogramma dei pazienti veniva monitorizzato per 4 ore ed era controllato il dosaggio del CK-MB dopo 1 e 4 ore. Un controllo clinico ambulatoriale era previsto dopo circa 1 mese dalla cardioversione.
Risultati. L’età media dei pazienti sottoposti a shock monofasico e di quelli sottoposti a shock bifasico era simile (65 ± 9 vs 67 ± 7 anni). Lo shock monofasico ha ottenuto il ripristino del ritmo sinusale nell’85% dei casi; lo shock bifasico nel 98%. Tutti i pazienti sono stati dimessi verso le ore 16.00. Il controllo a distanza ha documentato il mantenimento del ritmo sinusale in 81 casi (63.7%).
Conclusioni. La CE può essere eseguita in regime di day-hospital senza rischi per i pazienti e può rappresentare una valida alternativa al ricovero tradizionale, anche in considerazione della cronica carenza di posti letto nei nostri reparti. Come indicato dalle linee guida delle Società Scientifiche, l’accurato pretrattamento con anticoagulanti orali per almeno 3 settimane e, se possibile, con amiodarone è necessario per ridurre al minimo il rischio embolico e per migliorare l’efficacia della CE.