Nella maggior parte degli ospedali italiani la riforma sanitaria è ormai nella fase applicativa, mentre già ci accingiamo ad avere un nuovo riordino del Servizio Sanitario Nazionale.
La figura del medico ospedaliero dirigente è sempre più coinvolta nella gestione manageriale, che modifica culturalmente l’atteggiamento professionale.
La cardiologia è la branca che, attraverso il lavoro preparatorio intelligente della propria società scientifica ospedaliera, fatto di dibattiti, corsi di management, riflessioni etiche, realizzazione di software di gestione, è più vicina all’applicazione equilibrata della riforma, senza cadere in impropri economicismi.
Questo passa ovviamente attraverso una revisione profonda del modo di lavorare del passato, con la necessità di darsi un’organizzazione amministrativa che consenta di allocare energie umane e materiali in modo corretto, eliminando focolai di inefficienza.
La procedura logica prevede un’analisi dell’esistente in termini di bisogno sanitario e risorse a disposizione, cercando poi di mettere in posizione di massimo equilibrio i due termini del problema.
Ovviamente l’acquisizione di norme teoriche e pratiche di comportamento, oggi permessa da un fiorire di corsi di formazione in favore dei medici, non è sufficiente a garantire il raggiungimento di risultati ottimali; anzi si evidenzia che i modelli teorici necessitano di essere validati e adattati alle situazioni reali di lavoro nell’ambito ospedaliero pubblico.
L’articolo presentato si propone quindi di esporre l’esperienza gestionale realizzata in una situazione concreta presso l’Unità Dipartimentale Cardiologica del Complesso Ospedaliero San Giovanni Addolorata di Roma. In particolare si evidenzia come ai fini del raggiungimento di obiettivi di razionalizzazione sia clinica che economica sia fondamentale poter disporre di un corretto supporto informativo per le decisioni strategiche ed operative.
Si osserva inoltre la perdurante carenza di sistemi informatici di supporto atti a calarsi nell’attuale realtà organizzativa e culturale della maggior parte delle cardiologie. L’utilizzo di un software distribuito dall’Associazione Nazionale Medici Cardiologi Ospedalieri (ANMCO) ha permesso di ovviare parzialmente alla citata carenza, e nello stesso tempo ha evidenziato i limiti dello strumento a fronte di esigenze gestionali in rapida modificazione e crescente complessità.
L’esperienza descritta dimostra la possibilità di coniugare un’organizzazione efficace dal punto di vista clinico con una strumentazione gestionale adeguata, calandola senza traumi nell’assetto preesistente; sulla scorta dei risultati raggiunti e delle difficoltà incontrate si suggeriscono alcune linee di ulteriore sviluppo per la tecnologia informatica di supporto alla gestione dei dipartimenti ospedalieri.
In particolare si evidenzia la necessità di migliorare i supporti informativi a disposizione dei medici con responsabilità manageriali, in modo da poter disporre in tempo reale di una valorizzazione del contributo dato sul “mercato interno” aziendale, di ausili statistici per la predisposizione dei budget e l’analisi degli scostamenti, infine per permettere l’integrazione con i dati clinici.
L’associazione scientifica può poi fornire un ulteriore ausilio promuovendo la genesi di dati utili per un intelligente bench-marking fra le strutture, che è il solo capace di dare ai singoli indicazioni attendibili e clinicamente appropriate sulle possibilità di incrementare l’efficienza della propria struttura.