Razionale. La stimolazione VDD monocatetere si è progressivamente affermata nell’ultimo decennio come uno dei trattamenti di scelta in pazienti affetti da blocco atrioventricolare avanzato, in assenza di disfunzione del nodo seno-atriale, in quanto associa ai vantaggi del sincronismo di stimolazione P-sincrona, quelli della maggiore semplicità di impianto rispetto alla tradizionale metodica DDD. Scopo del nostro studio è stato valutare la validità di tale metodica in un’ampia popolazione, arruolata in un unico centro.
Materiali e metodi. Dal 1987, 317 pazienti sono stati trattati nel nostro centro con impianto di pacemaker VDD monocatetere per blocco atrioventricolare avanzato in presenza di normale funzione del nodo senoatriale. I controlli periodici eseguiti avevano lo scopo di valutare nel tempo la persistenza di un’appropriata sincronizzazione atrioventricolare del sistema.
Risultati. Il follow-up medio è stato di 3.9 ± 2.7 anni/ paziente (range 6-138 mesi). Il 94.6% degli impianti ha mantenuto la normale funzione di stimolazione in VDD. Una riprogrammazione definitiva in VVI si è resa necessaria in 17 pazienti (5.36%): in 12 (3.78%) per sviluppo di fibrillazione atriale cronicizzata ed in 5 (1.63%) per la perdita completa del sensing atriale. La percentuale di sincronizzazione atrioventricolare è risultata ottimale (> 98%) nell’81% dei casi ed accettabile (> 95%) nei rimanenti. Si sono osservati 3 casi (0.94%) di fibrillazione atriale parossistica. Non si sono verificati casi di inibizione da miopotenziali e nessun paziente ha sviluppato malattia del nodo del seno nel follow-up. Tali risultati concordano con quelli di precedenti studi, condotti però su casistiche di numero contenuto o multicentriche, e sono sovrapponibili a quelli riportati per i pacemaker DDD.
Conclusioni. I nostri risultati confermano l’elevata affidabilità del sistema di stimolazione VDD monocatetere per quanto riguarda la persistenza nel tempo di adeguata sincronizzazione atrioventricolare. Quanto sopra ci fa ritenere che tale tipo di elettrostimolazione “fisiologica” debba essere considerata di primo impiego nel trattamento del blocco atrioventricolare con funzione sinusale conservata.