“Dual pathway inhibition” nell’arteriopatia periferica

Vito Altamura, Gian Francesco Mureddu, Roberto Ceravolo, Gaetano Marino, Alessandro Alonzo, Stefano Aquilani, Lorenzo Castello, Stefania Angela Di Fusco, Furio Colivicchi

Riassunto. Nonostante la sua elevata prevalenza mondiale e l’intuibile connotazione prognostica negativa, per lungo tempo l’arteriopatia periferica (PAD) non è stata oggetto di particolare interesse da parte della comunità scientifica cardiologica. La disponibilità di un nuovo regime terapeutico d’associazione (rivaroxaban a basso dosaggio associato ad acido acetilsalicilico) ha riacceso l’interesse nei confronti della PAD. Le chiare evidenze derivate dallo studio COMPASS e VOYAGER PAD, con la possibilità di utilizzare la “dual pathway inhibition”, hanno dato nuove energie sul fronte terapeutico della PAD sintomatica anche associata a malattia coronarica. Questa rassegna si propone di rivisitare i concetti fisiopatologici che sottendono la PAD e il percorso dei vari trial clinici che hanno condotto alle nuove evidenze scientifiche.