Gli antagonisti del recettore dei mineralcorticoidi nello scompenso cardiaco con frazione di eiezione lievemente ridotta o preservata: dal TOPCAT al FINEARTS-HF

Maria Denitza Tinti, Luisa De Gennaro, Emilia D’Elia, Manuela Benvenuto, Marco Cittar, Raul Limonta, Renata De Maria, Samuela Carigi, Matteo Bianco, Concetta Di Nora, Paolo Manca, Maria Vittoria Matassini, Vittoria Rizzello, Vittorio Palmieri, Ilaria Battistoni, Gianluigi Tagliamonte, Daniele Masarone, Geza Halasz, Attilio Iacovoni, Massimo Iacoviello, Furio Colivicchi, Massimo Grimaldi, Fabrizio Oliva, Mauro Gori, a nome dell’Area Scompenso Cardiaco e dell’Area Cardiorenale e Metabolica ANMCO

Riassunto. Gli antagonisti del recettore dei mineralcorticoidi (MRA) rappresentano uno dei capisaldi nella terapia dello scompenso cardiaco con frazione di eiezione ridotta. Dati post-hoc del trial TOPCAT, condotto in pazienti con scompenso cardiaco con frazione di eiezione lievemente ridotta (HFmrEF) o preservata (HFpEF), suggeriscono il possibile beneficio clinico degli MRA, in particolare per valori di frazione di eiezione lievemente ridotti. L’avvento degli MRA non steroidei, come il finerenone, sembra poter rappresentare una svolta nella terapia dell’HFmrEF/HFpEF. I risultati favorevoli dei trial condotti con finerenone su pazienti diabetici con malattia renale cronica, comorbilità frequentemente presenti nei fenotipi HFmrEF e HFpEF, hanno condotto a ipotizzare una possibile efficacia in tali pazienti. Se l’attività antifibrotica ed antinfiammatoria rappresentano il fondamento fisiopatologico per un favorevole impatto prognostico, le peculiari caratteristiche farmacocinetiche e farmacodinamiche di finerenone riducono la possibilità di incorrere in eventi avversi tipici degli MRA. Al congresso ESC 2024 sono stati presentati i risultati del trial FINEARTS-HF, studio di fase 3 che ha randomizzato pazienti con HFmrEF/HFpEF a finerenone vs placebo e che ha dimostrato l’efficacia di questo farmaco nel ridurre gli eventi correlati allo scompenso cardiaco e la mortalità per cause cardiovascolari, e che si candida pertanto ad ampliare l’armamentario terapeutico per i pazienti con HFmrEF e HFpEF.