Protezione dalla morte cardiaca improvvisa mediante nuovo defibrillatore cardiaco impiantabile extravascolare: revisione della letteratura e casistica di un singolo centro ad alto volume

Raffaele Falco, Matteo Baroni, Lorenzo Gigli, Fabrizio Guarracini, Marco Carbonaro, Giulia Colombo, Sara Vargiu, Antonio Frontera, Marco Paolucci, Marisa Varrenti, Alberto Preda, Patrizio Mazzone

Riassunto. Il defibrillatore cardiaco impiantabile (ICD) extravascolare (EV-ICD, Aurora, Medtronic, Minneapolis, MN, USA) è stato recentemente validato come nuovo dispositivo di prevenzione della morte aritmica con l’obiettivo di ridurre le complicanze vascolari e meccaniche dell’ICD transvenoso e di superare i limiti dell’ICD sottocutaneo. La procedura di impianto richiede un programma di apprendimento dedicato e, oltre all’elettrofisiologo, deve essere eseguita con l’ausilio di un anestesista, per l’induzione dell’anestesia generale e, soprattutto nelle prime fasi del training, di un cardiochirurgo, per assistenza durante l’accesso allo spazio retrosternale in cui far alloggiare l’elettrocatetere. L’obiettivo di questa casistica è di descrivere l’esperienza presso il nostro centro ad alto volume dove in un periodo di 8 mesi abbiamo trattato i primi 10 pazienti con il dispositivo EV-ICD.