Angiopatia amiloide cerebrale e occlusione dell’auricola sinistra: evidenze e possibili linee operative per un approccio collaborativo fra Cardiologia e Neurologia
Angiopatia amiloide cerebrale e occlusione dell’auricola sinistra: evidenze e possibili linee operative per un approccio collaborativo fra Cardiologia e Neurologia
Andrea Lalario, Enrico Fabris, Serena Rakar, Laura Massa, Alberto Benussi, Gianfranco Sinagra
Riassunto. La fibrillazione atriale è comune nella popolazione generale con una prevalenza ed incidenza in continuo aumento in maniera direttamente proporzionale all’età. La necessità di prevenirne le complicanze, prima fra tutte per frequenza l’ictus cardioembolico, deve considerare non solo il rischio ischemico ma bilanciarlo con quello emorragico. L’angiopatia amiloide cerebrale (AAC) è una malattia relata al deposito di β-amiloide a livello dei piccoli vasi corticali cerebrali e leptomeningei che ne determina fragilità e, quindi, comporta un maggior rischio di sanguinamenti. Questo sarebbe ulteriormente accentuato dalla contestuale terapia anticoagulante dimostratasi efficace nell’abbattere il rischio embolico ma foriera di eventi emorragici, anche maggiori. Con il presupposto che più del 90% dei trombi atriali originano in tale sede, la chiusura transcatetere dell’auricola sinistra può essere una valida opzione in questo particolare scenario clinico caratterizzato sia da un elevato rischio tromboembolico (fibrillazione atriale) che emorragico (fisiopatologia dell’AAC). Solo un’attenta analisi multiparametrica e multimodale e la condivisione dei singoli casi in team multidisciplinari possono consentire un corretto bilancio del rischio ischemico ed emorragico e favorire la corretta gestione terapeutica, sia essa di natura medica o interventistica. Gli studi in corso risolveranno molte delle questioni pendenti.