Un decennio di cambiamenti nella cardiochirurgia convenzionata italiana: analisi geografica e di genere

Giuseppe Santarpino, Anna Maria Moretti, Maria Avolio, Lanberto Giuliano, Khalil Fattouch, Luigi Specchia, Carlo Zebele, Roberto Coppola, Luigi Martinelli, Carlo Savini, Vinicio Fiorani, Mauro Lamanna, Mauro Del Giglio, Chiara Comoglio, Domenico Paparella, Carmine Carbone, Giuseppe Nasso, Giuseppe Speziale

Riassunto. Razionale. Numerose speculazioni sono state fatte nel corso degli ultimi anni sul futuro della cardiochirurgia vista da alcuni come disciplina “obsoleta” e riservata a casi complessi/emergenti. Materiali e metodi. Dal database centrale del gruppo privato- convenzionato GVM Care & Research con il Sistema Sanitario Nazionale sono stati estratti, da 12 centri cardiochirurgici distribuiti sul territorio nazionale, i dati dal 2014 al 2023 relativi alla cardiochirurgia elettiva (57 736 pazienti), con specifico riferimento alla chirurgia coronarica e valvolare isolata. Risultati. Il numero degli interventi effettuati in elezione dal 2014 al 2023 è progressivamente aumentato con un rallentamento nell’anno 2020 causato dalla pandemia COVID-19. L’incremento del numero di interventi è soprattutto legato ad un aumento degli interventi nel centro-sud Italia che, a partire dal 2016, ha portato ad equiparare i dati nelle due aree geografiche. Le donne, su tutto il territorio nazionale, hanno un’età media all’intervento superiore a quella degli uomini e un rischio chirurgico più elevato rispetto agli uomini; in particolare se operate al nord Italia. Gli interventi di bypass aortocoronarico sono aumentati in particolare al sud Italia, e restano più frequenti nel sesso maschile su tutto il territorio nazionale. Per quel che riguarda gli interventi valvolari isolati si riscontra un aumento del numero totale, più significativo nel centro-sud Italia e un significativo incremento nell’utilizzo delle protesi biologiche. La mortalità a 30 giorni non ha subito variazioni significative negli ultimi 10 anni. Conclusioni. I nostri risultati dimostrano che la cardiochirurgia è una specializzazione che non ha ridotto la sua attività negli anni in campo elettivo nonostante un’importante trasformazione della branca con spostamento verso l’approccio transcatetere. Resta l’osservazione di un possibile ritardo diagnostico (e conseguentemente di intervento) nel sesso femminile con un aumento del rischio predetto nelle donne.