Sindrome post-arresto cardiaco: definizione, fisiopatologia e management
Sindrome post-arresto cardiaco: definizione, fisiopatologia e management
Carlotta Sorini Dini, Giovanna Geraci, Serafina Valente, Emanuele Tizzani, Alice Sacco, Massimo Grimaldi, Furio Colivicchi, Fabrizio Oliva, a nome del club delle UTIC ANMCO
Riassunto. La sindrome post-arresto cardiaco (AC) è una delicata, critica e complessa condizione clinica che caratterizza la maggior parte dei pazienti rianimati da un arresto cardiaco. La fisiopatologia di tale sindrome è caratterizzata in primis da un diffuso danno da ischemia- riperfusione e da altre alterazioni patologiche coinvolgenti vari organi, che se non trattate possono poi evolvere in una disfunzione multiorgano. Per tale motivo sono necessarie una serie di azioni (“bundle”) diagnostico-terapeutiche per garantire una corretta assistenza e gestione del paziente post-AC: mantenimento di una corretta ossigenazione e ventilazione, stabilizzazione emodinamica, controllo della temperatura, tentativo di predire precocemente l’outcome neurologico, stabilizzazione degli aspetti metabolici e valutazione dell’eventuale necessità e del corretto timing dello studio coronarografico. La gestione della sindrome post-AC, quinto anello della catena della sopravvivenza, è costituita da un insieme di interventi precoci, complessi e multidisciplinari, che devono essere prontamente iniziati immediatamente dopo il ripristino spontaneo di circolo, indipendentemente dal luogo di presentazione dell’AC, e ha lo scopo di ottenere un buon recupero emodinamico e neurologico. In questa rassegna sono analizzate le più recenti raccomandazioni scientifiche nei vari ambiti di gestione della sindrome post-AC che hanno portato negli ultimi anni ad un cambiamento nell’approccio pratico al paziente comatoso post-arresto.