1971-2021 – I primi 50 anni
del Giornale Italiano di Cardiologia.
Back to the future




Il 2021 è un anno importante per il Giornale Italiano di Cardiologia, essendo la ricorrenza dei primi 50 anni. Un anniversario che merita di essere celebrato perché la storia del Giornale coincide con la storia luminosa della cardiologia italiana che a partire dai primi anni ’70 iniziava ad affermarsi come disciplina autonoma, uscendo dall’alveo della medicina interna. Una celebrazione che non intende essere un amarcord nostalgico, ma parte dalla consapevolezza che la conoscenza del passato è utile per capire il presente, necessaria a costruire il futuro.

Il Giornale nasceva nel 1971 per iniziativa dell’Associazione Nazionale Medici Cardiologi Ospedalieri (ANMCO) della quale divenne l’organo ufficiale e Fausto Rovelli fu il suo primo direttore. Nel luglio 1971 veniva pubblicato il primo numero del GIC. All’inizio del nuovo millennio con la nascita della Federazione Italiana di Cardiologia l’ANMCO e la Società Italiana di Cardiologia (SIC) decisero coraggiosamente la fusione dei rispettivi Giornali in un organo ufficiale unico della Federazione, l’Italian Heart Journal in lingua inglese e l’Italian Heart Journal Supplement in lingua italiana. Pier Luigi Prati direttore del GIC 1997-1999 nel numero del dicembre 1999 scriveva “il GIC se ne va”, ma in realtà si trattava soltanto di un temporaneo cambiamento del nome che durò pochi anni. Nel gennaio 2006 la Federazione fece infatti la scelta dell’internazionalità con il varo del Journal of Cardiovascular Medicine e l’ANMCO e la SIC in modo illuminato decisero di preservare la rivista in lingua italiana che riacquisiva il nome storico di Giornale Italiano di Cardiologia, organo ufficiale dei cardiologi italiani e da quel momento anche dei cardiochirurghi della Società Italiana di Chirurgia Cardiaca (SICCH).




Con la nuova stagione iniziata nel 2006 il GIC consolidava la sua mission educazionale e l’identità distintiva di strumento di aggiornamento e comunicazione della comunità cardiologica nazionale.
Ci piace pensare, forse con un po’ di presunzione, che l’elevata qualità delle cure cardiologiche raggiunta nel nostro Paese è anche in piccola parte merito dell’opera educazionale svolta dal GIC a favore di due generazioni di cardiologi operanti nelle strutture cardiologiche italiane.

Ognuno degli Editor che in tanti anni si sono avvicendati nella direzione scientifica del Giornale ha cercato di assicurare continuità ed innovazione, ma soprattutto la propria passione, con il comune denominatore di fornire ai lettori un aggiornamento scientifico di qualità e indipendente da condizionamenti esterni. Diversi sono i Publisher che in 50 anni si sono succeduti. Da parte mia il piacere di potere contare sul prezioso e competente supporto editoriale della Dr.ssa Paola Luciolli insieme alla positiva interazione con il Pensiero Scientifico Editore.

Avendo il privilegio della direzione del Giornale nell’anno del cinquantenario, insieme al Comitato Editoriale abbiamo deciso di prevedere in ogni fascicolo del 2021 un editoriale su uno specifico ambito cardiologico affidato ad un personaggio autorevole della cardiologia italiana che abbia vissuto da protagonista l’evoluzione della specialità. In ogni articolo verranno evidenziati i progressi che in 50 anni sono avvenuti in ciascuna area della cardiologia (scompenso cardiaco, infarto miocardico acuto, aritmie, imaging cardiovascolare, ecc.), con un’attenzione particolare a quello che è avvenuto in Italia, insieme ad una visione delle prospettive future. In abbinamento ad ogni editoriale è inoltre prevista la riproduzione di un articolo sullo stesso tema pubblicato nei primi numeri del Giornale. Un flashback su “come eravamo”. Il numero di gennaio ospita l’eccellente contributo di Luigi Tavazzi sui progressi nella gestione dello scompenso cardiaco insieme ad un articolo del 1972 che riporta la sintesi di un Simposio della Società Europea di Cardiologia sull’insufficienza cardiaca iniziale tenutosi nel 1970.

L’augurio è che il Giornale Italiano di Cardiologia possa continuare anche nel futuro ad essere percepito come la casa comune dei cardiologi e dei cardiochirurghi italiani e che, a fronte della grande mole di prestigiose riviste internazionali di cardiologia e di siti internet dedicati, possa continuare a svolgere la propria mission educazionale soprattutto a vantaggio delle nuove generazioni.

Giuseppe Di Pasquale

Editor