ADDIO A FAUSTO ROVELLI, UN PIONIERE E MAESTRO DELLA CARDIOLOGIA ITALIANA




Il Professor Fausto Rovelli si è spento alla fine di febbraio all’età di 102 anni. Ci lascia un Pioniere, un Maestro, un Padre nobile della cardiologia italiana. Rovelli è stato un illuminato innovatore e le sue intuizioni e realizzazioni sono un patrimonio prezioso di tutta la comunità cardiologica nazionale.

È merito di Rovelli l’impulso per l’istituzione a metà degli anni ’60 del prestigioso centro integrato di cardiologia e cardiochirurgia “Angelo De Gasperis” presso l’Ospedale Niguarda di Milano. Era un’epoca nella quale in Italia la cardiologia faticosamente iniziava a svilupparsi come disciplina autonoma uscendo dall’alveo della medicina interna. Nel 1983 per sua iniziativa presso l’Ospedale Niguarda prendeva vita il Dipartimento Cardiotoracovascolare, una vera innovazione organizzativa e culturale che introduceva una modalità moderna di lavoro, un prototipo al quale molti si sono ispirati.

Un’altra sua impresa coraggiosa è stata nel 1983 l’istituzione del gruppo di lavoro ANMCO-Mario Negri per lo studio della streptochinasi nell’infarto miocardico acuto. Il contributo dello studio GISSI ha rivoluzionato la cura dell’infarto e ha favorito tra i cardiologi lo spirito collaborativo del lavoro in rete, costruendo l’identità di una comunità cardiologica nazionale. Il riconoscimento tributato al Professor Rovelli al palazzo del Quirinale da parte del Presidente Napolitano il 13 febbraio del 2009 costituisce un’emozione indimenticabile per chi quel giorno era presente.

Il Professor Rovelli è stato un Pioniere anche per quanto riguarda la formazione cardiologica finalizzata al miglioramento della qualità delle cure. Nel 1967 insieme al cardiochirurgo Renato Donatelli diede vita al corso di aggiornamento cardiologico, che da allora puntualmente ogni anno nel mese di settembre si svolge a Milano. All’epoca non esistevano molte iniziative di aggiornamento e per quelli della mia generazione il “corso di Rovelli”, come sono ancora abituato a chiamarlo, era l’opportunità più importante dell’anno per migliorare le proprie conoscenze mettendole a frutto al rientro al lavoro in ospedale.

In questo anno nel quale il Professor Rovelli ci ha lasciato ricorre il cinquantenario del Giornale Italiano di Cardiologia, nato per iniziativa dell’ANMCO nel 1971, del quale il Professor Rovelli fu il fondatore e primo direttore. Anche in questo caso una visione illuminata, quella di fondere in un unico Giornale tre riviste preesistenti per evitare la dispersione dei contributi scientifici italiani. Chi come me ha in questo momento l’incarico della direzione del Giornale non può non sentirsi piccolo guardando alla statura di chi l’ha preceduto in quel lontano 1971. Mi piace conservare l’ultimo ricordo del Professor Rovelli nell’incontro al corso di Milano del settembre 2018, nel quale mi fece gli auguri affettuosi per il Giornale ringraziandomi per l’articolo che gli avevamo voluto dedicare nella rubrica “Pionieri in Cardiologia”.

Dobbiamo essere grati al Professor Rovelli per tutto quello che ha generosamente donato alla cardiologia italiana con il suo straordinario impegno, cultura e creatività. Se la cardiologia italiana è riuscita a conquistare rispettabilità e prestigio a livello nazionale ed internazionale lo dobbiamo a persone come lui. Il suo ricordo resterà per sempre nel cuore di tutti noi.

Giuseppe Di Pasquale

Editor, Giornale Italiano di Cardiologia