IN RICORDO DEL PROF. FRANCESCO ROMEO

L’11 gennaio 2024 è mancato il prof. Francesco Romeo.

Nato a Fiumara di Muro, un piccolo borgo alle falde dell’Aspromonte in provincia di Reggio Calabria, si era trasferito giovanissimo a Roma dove si era laureato all’Università La Sapienza nel 1974. Specializzatosi in Cardiologia nel 1977 alla Scuola del prof. Attilio Reale è stato professore associato dal 1987 presso l’Università di Catania e dal 1999 presso l’Università “Tor Vergata” di Roma dove è stato Professore Ordinario di Cardiologia dal 2000 e direttore della Scuola di Specializzazione dal 2001. Nel suo percorso di formazione il prof. Romeo era stato Research Fellow e Visiting Professor presso prestigiose istituzioni universitarie internazionali tra le quali Hammersmith (1981), Monaco Passau (1984), Gainesville, Florida (1985), Lille (1986) e Little Rock, Arkansas (1999).

Numerosissimi sono stati gli impegni istituzionali, tra i quali quelli di Presidente di board scientifici e nominating committee internazionali con ruoli di responsabilità in numerosi Gruppi di Studio. Presidente della Federazione Italiana di Cardiologia dal 2011 al 2013; Componente del Consiglio Superiore di Sanità e Membro del Programma Operativo Ricerca e Competitività del MIUR dal 2007 al 2013; Medaglia d’Oro al merito in Sanità pubblica nel 2013. Presidente dal 2015 al 2016 della Società Italiana di Cardiologia e poi della Fondazione Cuore e Circolazione ONLUS.

Il prof. Romeo è stato un ricercatore ed un accademico di fama internazionale, con un curriculum scientifico d’eccellenza e pubblicazioni su riviste internazionali ad elevato impact factor. Membro della prima commissione per l’Abilitazione Scientifica Nazionale, presidente e commissario in numerosissimi concorsi, costantemente impegnato in attività divulgative e di terza missione.

Pioniere in cardiologia interventistica ed esecutore nel 2015 del primo impianto di valvola mitralica biologica per via percutanea. Suoi alcuni studi pionieristici in collaborazione con il prof. J. Mehta prima a Gainesville e poi a Little Rock negli Stati Uniti, sui meccanismi infiammatori dell’aterosclerosi e sui meccanismi fondamentali relativi allo stress ossidativo ed espressione del recettore LOX-1 nel determinismo della malattia aterosclerotica coronarica.

Ma oltre alla sintesi di una brillante carriera assistenziale, didattica e scientifica, questa nota vuole soprattutto ricordare la peculiare caratura umana del prof. Romeo: persona leale, determinata, inamovibile nella difesa dei principi ai quali credeva. E soprattutto uomo generoso, di animo gentile, perennemente riconoscente al suo Maestro che citava spessissimo, conversatore colto ed appassionato, pronto ad intervenire ad ogni richiesta di aiuto, caratteristiche unanimemente riconosciute nella larghissima cerchia delle sue amicizie e relazioni professionali, che ne determinavano il carisma, il consenso e l’autorevolezza.

Ogni tanto il suo racconto andava ad esperienze personali dolorose ed ostacoli incontrati durante il percorso professionale, che egli tuttavia ricordava da cronista del proprio percorso ma senza rancori. Ed ascoltandolo si percepiva la complessità della personalità, il coraggio indomito del combattente insieme all’altissimo senso istituzionale ed accademico che lo collocavano sempre a difesa delle Istituzioni e ne avevano ispirato anche l’impegno e la passione politica.

Il prof. Romeo amava la Cardiologia, in tutte le declinazioni scientifiche, accademiche ed assistenziali che caratterizzano la disciplina, era ricercatore curioso ed appassionato, e validissimo clinico. I suoi interessi scientifici erano molteplici, dalla biologia molecolare applicata agli studi sulla placca, alla genetica, alla medicina predittiva. Aterosclerosi e cardiologia interventistica sono state le aree di prevalente interesse, ma nella vita si era dedicato anche alle cardiomiopatie ipertrofiche ed alla cardiologia nucleare.

Conoscere il prof. Romeo restituiva momenti di grande simpatia ed umanità intensa. Aveva tantissime cose, luoghi, aneddoti, vicende e persone da raccontare, a modo suo. Odiava volare, forse per una necessità ancestrale di concretezza, di terraneità, di amore per la vita, per la natura e per la voglia di controllo sulle variabili del vivere ed esistere.

Franco era un uomo della provincia del Sud, che con grande sacrificio ed una intelligenza e senso del dovere non comuni si era fatto avanti, fino a conquistare le vette della carriera accademica ed assistenziale, insieme all’autorevolezza e al prestigio sociale. Senza mai dimenticare la sua terra, anzi sempre più amandola e sentendosi ad essa ancorato col trascorrere del tempo, animato dal desiderio di restituzione verso i luoghi a lui cari. E soprattutto, insieme all’amore per la sua Calabria, colpiva di lui l’amore infinito per la sua bellissima famiglia, per l’adorata moglie e per le adorate figlie insieme ai nipotini ed alle loro famiglie, un amore viscerale d’altri tempi, che faceva brillare i suoi occhi buoni di una luce ancor più luminosa.

Diceva che invecchia chi non ha progetti, e lui, infatti, ha continuato ad essere giovane e propositivo fino all’ultimo. La Cardiologia perde un grande protagonista, del quale, anche per le generazioni future, rimarrà sempre l’impronta del contributo scientifico e clinico. Tutti noi che lo abbiamo conosciuto perdiamo un amico speciale e carissimo.

Pasquale Perrone Filardi

Presidente, Società Italiana di Cardiologia