Progressi nel trattamento della malattia aterosclerotica complessa: fratturare il calcio e non solo

Cari Lettori,

siamo lieti di presentarvi il nuovo Supplemento del Giornale Italiano di Cardiologia a cura della Società Italiana di Cardiologia Interventistica (GISE). Come da tradizione, anche per questo Supplemento abbiamo mantenuto un focus tematico, concentrandoci stavolta sul trattamento percutaneo della malattia aterosclerotica complessa. Negli ultimi decenni, l’arsenale a disposizione del cardiologo interventista si è arricchito di un numero crescente di strumenti, consentendo di ampliare il ventaglio di lesioni e gli scenari clinici in cui l’angioplastica può essere considerata una valida opzione terapeutica1. Ma accanto allo sviluppo tecnologico, una crescente importanza ha avuto anche lo sviluppo delle figure professionali che con il cardiologo interventista lavorano in sinergia nell’interesse della cura del paziente2.

A Francesco Germinal e collaboratori è affidato il compito di aprire questo Supplemento dando voce alla visione della componente Nurses & Technicians del GISE, per fare luce sul ruolo moderno di tecnici e infermieri nella gestione del paziente con malattia coronarica complessa. Una funzione fondamentale che contribuisce al processo di valutazione assistenziale, al decision-making, e infine alla pianificazione delle procedure di rivascolarizzazione, con un impatto reale sull’outcome finale dei pazienti.

Nel contesto della malattia aterosclerotica complessa, le lesioni calcifiche, in considerazione del potenziale impatto negativo sugli esiti a lungo termine della rivascolarizzazione, hanno rappresentato un naturale bersaglio per lo sviluppo e l’applicazione di tecnologie dedicate3. Tra tutte, l’imaging intravascolare, più dell’angiografia, svolge un ruolo fondamentale nella guida dell’angioplastica, permettendo di ottenere informazioni dettagliate sulle caratteristiche della lesione, orientando la scelta della più idonea metodologia di preparazione della placca e garantendo il corretto impianto di stent4. A questo proposito, un’interessante rassegna curata da Cristina Aurigemma, Rocco Vergallo e collaboratori, incentrata sul ruolo della tomografia a coerenza ottica (OCT) nella valutazione delle lesioni calcifiche coronariche, sottolinea la posizione centrale che essa può assumere nell’algoritmo decisionale finalizzato alla scelta della tecnologia migliore per ciascuna tipologia di lesione. Ve ne consigliamo vivamente la lettura, considerando anche la notevole qualità del corredo di immagini che arricchiscono la rassegna, a rimarcare l’elevata risoluzione che una tecnologia come l’OCT può offrire nell’ambito dell’imaging intracoronarico.

Lo stato dell’arte di Attilio Leone e collaboratori ci introduce alle possibilità di trattamento delle lesioni calcifiche nel contesto del distretto vascolare periferico. In particolare, vengono esaminati i dispositivi attualmente impiegati per il debulking e/o la modifica di placca, che includono l’aterectomia rotazionale, orbitale e direzionale, il laser, la litotrissia endovascolare e i palloni speciali (cutting o scoring). Inoltre, al di là delle implicazioni tecniche, la rassegna sottolinea come l’utilizzo delle più avanzate tecnologie abbia come obiettivo finale quello di migliorare la qualità di vita dei soggetti affetti da arteriopatia obliterante.

Rimanendo nell’alveo del trattamento interventistico della patologia aterosclerotica, questo Supplemento inaugura con il gruppo GISE Young di cardiologi interventisti del Triveneto, coordinati da Giulia Masiero e Gabriele Pesarini, il progetto STENT PANORAMA. In questa sede, ospitiamo la prima parte dell’iniziativa, dedicata a descrivere in maniera standardizzata e facilmente fruibile il design e le principali caratteristiche tecnologiche degli stent medicati di ultima generazione e maggiormente utilizzati nei laboratori di Emodinamica italiani.

Infine, sul versante dei casi clinici, il Supplemento si chiude con un interessante caso a cura di Gerardo Musuraca, che illustra il trattamento chirurgico di un aneurisma coronarico combinato con una fistola coronarica con l’arteria polmonare.

Vi auguriamo una buona lettura e vi diamo appuntamento al prossimo Supplemento.

Giulio Stefanini

Guest Editor

Angelo Oliva

Membro del Comitato

di Redazione SICI-GISE

BIBLIOGRAFIA

1. Hoole SP, Bambrough P. Recent advances in percutaneous coronary intervention. Heart 2020;106:1380-6.

2. Neumann FJ, Sousa-Uva M, Ahlsson A, et al. 2018 ESC/EACTS Guidelines on myocardial revascularization. Eur Heart J 2019;40:87-165.

3. Barbato E, Gallinoro E, Abdel-Wahab M, et al. Management strategies for heavily calcified coronary stenoses: an EAPCI clinical consensus statement in collaboration with the EURO4C-PCR group. Eur Heart J 2023;44:4340-56.

4. Truesdell AG, Alasnag MA, Kaul P, et al. Intravascular imaging during percutaneous coronary intervention: JACC state-of-the-art review. J Am Coll Cardiol 2023;81:590-605.