La risonanza magnetica nella valutazione del paziente da sottoporre a resincronizzazione cardiaca. Vantaggi, limiti e prospettive
La terapia di resincronizzazione cardiaca (CRT) è un’opzione terapeutica di provata efficacia per migliorare i sintomi e ridurre sia le ospedalizzazioni sia la mortalità dei pazienti con insufficienza cardiaca refrattaria. Tuttavia, un numero significativo di pazienti non risponde alla CRT e ciò può essere dovuto anche ad un’inadeguata selezione o ad un’incompleta caratterizzazione dei pazienti stessi prima dell’impianto del pacemaker. La cardio-risonanza magnetica (CRM) è una tecnica di imaging che può aiutare il cardiologo a prendere le corrette decisioni sul paziente da candidare a CRT. Questa tecnica, infatti, ha la potenzialità di aumentare la percentuale di responder al trattamento resincronizzante consentendo un’accurata valutazione, prima dell’impianto, della funzione ventricolare sinistra, della dissincronia meccanica e dell’estensione e transmuralità delle cicatrici infartuali; di recente, inoltre, è stata riportata anche la possibilità di valutare mediante CRM l’anatomia venosa coronarica. In questa rassegna viene discusso il ruolo attuale della CRM nei pazienti con insufficienza cardiaca che sono candidati alla CRT e sono anche indicati i possibili sviluppi futuri.