Trattamento delle occlusioni croniche torali delle coronarie mediante la tecnica subintimal tracking and reentry (STAR) modificata. La tecnica STAR guidata dal contrasto
Razionale. Precedenti dati hanno dimostrato che la tecnica subintimal tracking and reentry (STAR) è una metodica utilizzabile nell’ambito del trattamento delle occlusioni croniche totali (OCT) delle coronarie. Tuttavia, questa tecnica è considerata di difficile esecuzione e pertanto eseguita da un numero limitato di operatori. Scopo di questo studio è stato quello di valutare i risultati clinici e procedurali delle ricanalizzazioni delle OCT mediante tecnica STAR guidata dal contrasto che costituisce una modifica della tecnica originariamente utilizzata.
Materiali e metodi. Questo studio ha valutato 121 pazienti consecutivamente sottoposti a ricanalizzazione di un’OCT mediante tecnica STAR modificata ed eseguita dopo fallimento delle tecniche convenzionali in tre differenti centri italiani.
Risultati. La coronaria destra è stato il vaso più trattato (76.8% dei casi) e la lesione è risultata di tipo blunt nel 62.8%. Il successo angiografico, la completa ricanalizzazione del vaso ed il successo procedurale sono stati ottenuti rispettivamente nell’82.6%, 69.4% e 64.4% dei casi. L’impianto di stent è stato eseguito nell’81.8% dei casi, e lo stent medicato è stato utilizzato nel 94.4% dei casi. Le complicanze procedurali si sono verificate nel 7.4% dei casi. Durante il follow-up non sono stati riscontrati casi di infarto del miocardio mentre si è registrato un caso (0.8%) di morte cardiaca. Non ci sono stati casi certi oppure probabili di trombosi dello stent mentre vi è stato un solo caso (0.8%) di possibile trombosi. L’incidenza complessiva di rivascolarizzazione della lesione bersaglio è stata del 21.4%.
Conclusioni. Questo studio ha dimostrato che la tecnica STAR guidata dal contrasto risulta fattibile e relativamente sicura quando utilizzata come procedura di salvataggio. Tuttavia, la procedura è ancora limitata da un elevato tasso di rivascolarizzazione della lesione bersaglio ed un secondo intervento percutaneo può essere necessario per ottenere un risultato definitivo.