Tempo door-to-balloon e mortalità intraospedaliera nel paziente con infarto miocardico acuto con sopraslivellamento del tratto ST: esperienza di una rete integrata in una provincia dell'area nord-ovest della Toscana
Razionale. Una rete integrata per l’infarto miocardico con sopraslivellamento del tratto ST (STEMI) permette una diagnosi precoce ed un rapido trasporto per l’angioplastica primaria (PCIp). Scopo dello studio è stato quello di valutare l’impatto della rete territoriale ed interospedaliera attiva nella nostra provincia sul ritardo evitabile e sulla mortalità intraospedaliera.
Materiali e metodi. Dall’aprile 2006 è attiva nella nostra provincia una rete integrata, dove pazienti con STEMI convergono alla sala di emodinamica h24 per PCIp. Partecipano 5 centri Spoke, 1 centro Hub, 1 elisoccorso e 3 ambulanze medicalizzate con supporto di teleconsulto per l’invio al centro Hub dell’ECG. Abbiamo valutato i parametri clinici, ecocardiografici ed emodinamici, il tempo door-to-balloon (DTB) e la mortalità intraospedaliera nei pazienti fino a gennaio 2008.
Risultati. Al gennaio 2008, 312 pazienti sono afferiti per PCIp (242 uomini, età media 66.6 ± 12.3 anni). Il DTB è risultato di 93 min (79-117, 25°-75° percentile, rispettivamente). Il gold standard DTB ≤90 min è stato raggiunto nel 47.1% dei pazienti. La mortalità intraospedaliera è risultata del 4.2% ed era correlata con un DTB più lungo rispetto ai pazienti sopravvissuti (120 vs 92 min, p <0.03). In base alla geografia del nostro territorio abbiamo considerato due aree: montana e di costa. I pazienti provenienti dalla zona di costa (n = 238) avevano un DTB di 89.5 vs 122.5 min dei pazienti della zona montana (p <0.0001). Il rischio di mortalità intraospedaliera era correlato in modo significativo ed indipendente con l’aumento percentile del DTB (p = 0.04).
Conclusioni. La nostra rete per lo STEMI ha confermato la correlazione tra mortalità ospedaliera e DTB. Ulteriori sforzi sono necessari per limitare maggiormente il ritardo evitabile al fine di permettere una più rapida riperfusione dell’arteria “colpevole” e ridurre la mortalità nei pazienti colpiti da STEMI.