Nutrizione e terapia antibiotica in terapia intensiva cardiologica
I pazienti ricoverati in terapia intensiva cardiologica sono ad elevato rischio infettivo, in particolare per lo sviluppo di polmoniti nosocomiali, infezioni della tasca del pacemaker e della ferita sternotomica. L’insorgenza di un’infezione di questo tipo rallenta i processi di guarigione delle ferite, prolunga la durata del ricovero e della ventilazione meccanica ed aumenta la mortalità. La loro prevenzione e la terapia si basano su misure comportamentali e farmacologiche associate ad un trattamento antibiotico specifico e ad un trattamento nutrizionale adeguato.
Le alterazioni fisiopatologiche indotte dall’infezione modificano il volume di distribuzione e la clearance degli antibiotici, mentre lo stato di malnutrizione e l’immunoparalisi, indotte dall’ipercatabolismo, contribuiscono ad incrementare il rischio infettivo e a peggiorare l’outcome. Al fine di ottimizzarne il dosaggio, è necessario conoscere le caratteristiche farmacocinetiche e farmacodinamiche degli antibiotici nel malato critico, mentre una conoscenza delle varie metodiche di nutrizione artificiale e della composizione delle soluzioni utilizzate è necessaria al fine di somministrare una quantità appropriata di calorie e di modulare la risposta infiammatoria all’infezione (immunonutrizione).
Obiettivo della presente rassegna è quello di illustrare le modalità e le peculiarità della terapia antibiotica e nutrizionale nei pazienti critici cardiologici, alla luce dei più recenti dati della letteratura.