La personalizzazione del follow-up nel paziente con scompenso cardiaco cronico: è giunto il momento di parlarne
La riduzione delle riospedalizzazioni nel paziente con scompenso cardiaco (SC) cronico rappresenta un obiettivo primario in grado da solo di consentire un miglioramento della sopravvivenza, della qualità di vita e dell’utilizzo delle risorse. La vasta rete italiana di ambulatori dedicati allo SC può essere determinante nel raggiungere tale obiettivo utilizzando, come strumento comune, la personalizzazione del follow-up, fondata su una corretta stratificazione prognostica volta a identificare il paziente instabile, ad elevata complessità clinica che deve essere seguito dall’ambulatorio per lo SC. La selezione di questi pazienti è di fondamentale importanza, sia perché la presa in carico specialistica della globalità dei pazienti con SC appare oggi insostenibile sia per il più appropriato uso delle competenze specialistiche. Tuttavia, dati del Registro IN-HF dimostrano che tale selezione è inadeguata: oltre un terzo dei pazienti, seguiti da almeno 2 anni negli ambulatori per lo SC della rete, sono stabili, a ridotta complessità, con mortalità e frequenza di ospedalizzazioni basse e significativamente inferiori a quelle dei soggetti instabili.
Questo documento, promosso dall’Area Scompenso dell’Associazione Nazionale Medici Cardiologi Ospedalieri (ANMCO), raggruppa le proposte di esperti del settore sull’utilizzo di diverse metodiche (valutazione clinica, biomarcatori, ecocardiografia) per aiutare il cardiologo a razionalizzare e rendere il follow-up il più possibile appropriato alle necessità del singolo paziente con SC.