Inquadramento della sincope "difficile": quali sono le indicazioni agli esami di secondo livello?
La sincope è un sintomo molto frequente, responsabile dell’1.1% di tutti gli accessi nei Dipartimenti di Emergenza-Accettazione in Italia. Si tratta di una condizione di difficile gestione diagnostica e terapeutica, con un forte impatto sulla spesa sanitaria. Un approccio standardizzato permette di ridurre significativamente il ricorso al ricovero per sincope e l’utilizzo di diagnostica strumentale a bassa resa, con un effettivo contenimento dei costi. Dopo la valutazione iniziale (anamnesi, esame obiettivo, prova di ipotensione ortostatica ed ECG a 12 derivazioni), vero cardine dell’iter diagnostico, il paziente con sincope può intraprendere strade molto diverse, sia come percorso assistenziale (ricovero, dimissione, ecc.), che come iter diagnostico. Una corretta valutazione iniziale ed una buona base culturale si sono dimostrate in grado di ridurre gli accertamenti inutili e di aumentare le diagnosi, oltre ad ottimizzare la gestione delle risorse. In questa revisione saranno illustrati gli aspetti chiave della gestione del paziente con sincope e le principali indicazioni ad accertamenti diagnostici di secondo livello, tipicamente dedicati a questi pazienti, come la valutazione neuroautonomica (tilt test e massaggio del seno carotideo) e il “loop recorder” impiantabile. Sarà infine affrontato il ruolo dei Centri per lo Studio della Sincope o “Syncope Unit” nella gestione del paziente con transitoria perdita di coscienza.