Lo screening della disfunzione sistolica ventricolare sinistra asintomatica nei pazienti ad alto rischio cardiovascolare. Esperienza pilota di un programma basato sull'utilizzo dell'ECG e dei peptidi natriuretici
Razionale. I pazienti affetti da disfunzione sistolica ventricolare sinistra asintomatica (DVSA) hanno una minore speranza di vita ed un maggior rischio di sviluppare scompenso cardiaco (SC). Poiché terapie efficaci possono prevenire tale funesta evoluzione, è stata di recente sostenuta l’ipotesi di eseguire programmi di screening finalizzati alla diagnosi e trattamento precoce della DVSA. Sebbene l’ecocardiogramma rappresenti lo standard di riferimento per la diagnosi della DVSA, il suo utilizzo in programmi di screening per la valutazione seriata della funzione ventricolare è non realistico. La valutazione clinica del rischio di DVSA associato all’ECG e al dosaggio dei peptidi natriuretici può rappresentare una possibile strategia per selezionare i pazienti da avviare allo screening ecocardiografico. Nel presente lavoro prospettico abbiamo investigato la fattibilità ed efficacia di un programma di screening per la DVSA basato sull’uso sequenziale e gerarchico dell’ECG e del peptide natriuretico cerebrale ematico (BNP) nei pazienti ad alto rischio per SC.
Materiali e metodi. Pazienti con età ≥55 anni ed almeno due fattori di rischio per SC o con età ≥70 anni ed almeno un fattore di rischio per SC sono stati arruolati nello studio eseguendo in sequenza ECG, BNP ed ecocardiogramma. La DVSA è stata definita come una frazione di eiezione ventricolare sinistra ≤50%.
Risultati. Trentatre su 122 pazienti arruolati (27%) presentavano DVSA. Essi erano significativamente più anziani, presentavano più frequentemente una storia di esposizione a farmaci cardiotossici, avevano soventemente blocco di branca all’ECG e valori di BNP più elevati. Nessun paziente (n = 31, 24%) con ECG privo di anomalie maggiori (fibrillazione atriale, ipertrofia ventricolare sinistra, alterazioni della ripolarizzazione da sovraccarico/ischemia, onda Q compatibile per pregressa necrosi, blocco di branca) aveva DVSA. Tra i 91 pazienti con ECG anormale, la DVSA era presente in 33 (36%). L’area sotto la curva ROC per diagnosticare la DVSA da parte del BNP è risultata pari a 0.86 (intervallo di confidenza 95% 0.79-0.94, p <0.0001) ed un valore di BNP ≥43 pg/ml presentava una sensibilità del 94% e una specificità del 57%. Il programma di screening basato sull’uso in sequenza dell’ECG e del BNP identificava il 94% (31/33) dei pazienti con DVSA determinando una riduzione del 53% degli esami ecocardiografici e una sostanziale riduzione dei costi per caso di DVSA diagnosticato.
Conclusioni. La nostra esperienza conferma prospetticamente che l’ECG e il BNP possono essere validi strumenti per individuare la DVSA nei soggetti ad alto rischio. Un programma di screening, basato su tali test diagnostici semplici ed economici, è costo-efficace e può essere applicato per la prevenzione dello SC nei programmi di prevenzione primaria e secondaria nei pazienti ad alto rischio.