Il laboratorio di emodinamica non invasiva
La presente rassegna affronta l’importanza del ricorso alla metodica ecocardiografica Doppler al fine di adoperare per fini clinici i parametri di funzione ventricolare sia sinistra che destra, in modo non invasivo e facilmente ripetibile. L’applicazione della metodica Doppler consente, infatti, la stima di vari indici emodinamici quali la portata cardiaca, i gradienti pressori transvalvolari, i gradienti dinamici dell’efflusso ventricolare sinistro, le pressioni di riempimento del ventricolo sinistro e del ventricolo destro e le resistenze vascolari. Questo tipo di strategia può consentire di ottenere informazioni non solo di tipo diagnostico e prognostico, ma anche di guidare la terapia sia essa medica che chirurgica, di ridurre i disagi per il paziente ed anche i costi relativi all’impiego di procedure invasive. Vengono presentate le diverse metodiche eco-Doppler capaci di dare informazioni quantitative ampiamente convalidate nei confronti delle più dirette stime di tipo invasivo, ottenibili con il cateterismo cardiaco. In base alle esperienze riportate emerge la possibilità di far nascere dei veri e propri “laboratori di emodinamica non invasiva” che si propongano di effettuare esami eco-Doppler complessi in pazienti selezionati sulla base dell’anamnesi, del quadro clinico, nonché di precedenti esami ecocardiografici, di ottenere informazioni qualitative e quantitative sulla performance cardiaca, di scegliere in maniera appropriata i candidati alle tecniche di tipo chirurgico, di seguire nel tempo le modificazioni del quadro emodinamico indotte dai provvedimenti terapeutici medici e/o chirurgici adottati.