Terapia insulinica quale fattore precipitante lo scompenso cardiaco congestizio: presentazione di casi clinici e revisione della letteratura
In 3 pazienti diabetici cardiopatici (uno con stenosi aortica, uno con cardiopatia ipertensiva ed uno con cardiopatia ischemica), che mai avevano presentato manifestazioni cliniche di insufficienza cardiaca, nelle 3 settimane successive all’inizio della terapia insulinica compariva un quadro clinico di scompenso cardiaco congestizio in concomitanza con il riequilibrio dei valori glicemici, ed in apparente assenza di cause cardiache o extracardiache che avessero potuto precipitare la condizione. La diminuzione della dose di insulina, insieme ad una modica terapia diuretica, portavano al ristabilimento delle condizioni cliniche. Il meccanismo sodio-ritentivo a livello dei tubuli renali e l’aumento della permeabilità vascolare indotto dall’insulina potrebbero essere alla base del fenomeno. Nella pratica clinica cardiologica quotidiana bisogna tener presente l’eventualità della comparsa di sintomi e segni clinici di insufficienza cardiaca successivamente all’inizio della terapia insulinica, per un corretto inquadramento diagnostico e terapeutico. Rimane da stabilire se la somministrazione di insulina nel paziente cardiopatico asintomatico per scompenso abbia un ruolo negativo nella prognosi a lungo termine come già ipotizzato in alcuni studi clinici riguardo al paziente sintomatico.