Obesità viscerale e dislipidemia: meccanismi fisiopatologici, implicazioni cliniche e terapia
L’accumulo di grasso viscerale rappresenta un fattore di rischio di malattia cardiovascolare. La dislipidemia che tipicamente si associa all’obesità viscerale è caratterizzata da 1) aumento della concentrazione plasmatica di trigliceridi; 2) presenza di lipoproteine a bassa densità in prevalenza più piccole e dense del normale, marcatamente aterogene; 3) bassi livelli di colesterolo nelle lipoproteine ad elevata densità. Tale fenotipo lipidico è sovente associato a placche ateromasiche instabili e ad un marcato aumento dei marker di infiammazione. Le opzioni farmacologiche nella terapia delle alterazioni lipidiche qualitative e quantitative riscontrate nell’obesità viscerale, comprendono le statine, i fibrati ed i farmaci insulino-sensibilizzanti in monoterapia o non di rado in associazione tra loro. Il blocco dei recettori di tipo 1 del sistema degli endocannabinoidi, riducendo l’eccesso di tessuto adiposo viscerale, fornisce un approccio innovativo e complementare agli attuali protocolli farmacologici mirati alla correzione del profilo lipidico nell’obesità viscerale, ponendo le basi per un contributo clinico significativo al miglioramento complessivo del “cluster” di alterazioni cardiometaboliche, che rappresentano la roccaforte dell’elevato rischio cardiovascolare nei pazienti con obesità viscerale, insulino-resistenza e diabete mellito di tipo 2.