Procedure interventistiche coronariche percutanee in pazienti anziani: indicazioni cliniche e terapie farmacologiche concomitanti. Lo studio Italian Drug Evaluation in Angioplasty (IDEA)
Razionale. In assenza di linee guida specifiche per le indicazioni cliniche a procedure interventistiche coronariche percutanee (PCI) e per la terapia antitrombotica periprocedurale nei pazienti anziani, si ritiene venga riservato loro un atteggiamento più conservativo. Tuttavia le informazioni sulla reale pratica clinica sono limitate. Scopo dello studio è stato descrivere le strategie terapeutiche registrate nello studio Italian Drug Evaluation in Angioplasty (IDEA) utilizzate nei pazienti anziani.
Materiali e metodi. Lo studio IDEA è un registro condotto in 79 laboratori di cardiologia interventistica (41% dei Centri italiani) tra il 15 ed il 29 settembre 2003.
Risultati. Dei 1517 pazienti consecutivi trattati con PCI, 491 (32%) avevano un’età ≥70 anni. Rispetto ai soggetti di età inferiore, questi pazienti erano meno frequentemente di sesso maschile (67 vs 83%), presentando più frequentemente (p < 0.001) insufficienza renale (10.4 vs 4.4%), vasculopatia periferica (18 vs 6.9%), pregressi accidenti cerebrovascolari (7.3 vs 3.3%), esiti di rivascolarizzazione coronarica chirurgica (15 vs 7.5%) e coronaropatia multivasale (61 vs 49%). Nei pazienti >/=70 anni, l’indicazione più frequente a procedure interventistiche è risultata la sindrome coronarica acuta (54 vs 49% in quelli < 70 anni, p = 0.05). Globalmente lo stent è stato utilizzato nell’89% dei casi senza differenze correlate all’età. Gli stent medicati sono stati utilizzati nel 21% nei pazienti con età ≥70 anni e nel 22% dei pazienti con età < 70 anni. L’impiego di antiglicoproteina IIb/IIIa nelle sindromi coronariche acute non era correlato all’età; tuttavia un minor utilizzo di questi farmaci nei pazienti anziani è stato osservato durante angioplastica primaria in corso di infarto miocardico acuto con sopraslivellamento del tratto ST (48 vs 72%, p = 0.001). La mortalità intraospedaliera è risultata maggiore nei pazienti con età ≥70 anni (2.9 vs 0.9%, p = 0.004), in particolare nei pazienti trattati per sindrome coronarica acuta (5.5 vs 1.4%, p = 0.002). Nei pazienti anziani si sono inoltre osservate più frequentemente complicanze emorragiche (7.1 vs 3.9%, p < 0.001) e scompenso cardiaco (5.5 vs 1.6%, p = 0.004).
Conclusioni. I pazienti anziani arruolati nel registro IDEA presentano un profilo di rischio più elevato e una maggiore mortalità- morbilità intraospedaliera. Con l’eccezione di un minore impiego di inibitori del recettore della glicoproteina IIb/IIIa nell’infarto miocardico acuto, non si sono osservate discriminazioni in termini di indicazioni cliniche, utilizzo di farmaci antitrombotici e impiego di stent medicati nei pazienti anziani.