Atteggiamenti e comportamenti nei confronti degli interventi cardiologici: risultati di uno studio multicentrico in Italia
Razionale. Le malattie cardiovascolari in Italia costituiscono una delle principali cause di disabilità nei soggetti anziani. È necessario, in questa ottica, garantire che procedure diagnostiche e terapeutiche efficaci vengano erogate in modo appropriato a tutti i soggetti interessati. Scopo del nostro studio è stato valutare atteggiamentie comportamenti del personale sanitario relativamenteai seguenti interventi cardiologici: trombolisi, bypass aortocoronarico, impianto di pacemaker, sostituzione valvolare aortica.
Materiali e metodi. Nell’ambito di uno studio multicentrico su età e trattamento delle patologie cardiovascolari in Italia, è stato somministrato un questionario ad un campione stratificato di medici ospedalieri specialisti (cardiologi, cardiochirurghi, geriatri, internisti) e medici di medicina generale. Lo scopo era di evidenziare, qualora esistessero, discriminazioni nell’accesso alle cure, relativamente all’età, al sesso, e all’etnia dei pazienti.
Risultati. Il campione totale è risultato costituito da 283 persone (73.8% uomini, età mediana 47 anni). Per il 53% dei partecipanti all’indagine, l’età è un fattore discriminante nell’erogazione degli interventi terapeutici, con percentuali significativamente più alte riportate dai geriatri e dagli internisti (rispettivamente, 62.5 e 58.6%) e più basse riferite dai cardiologi e dai cardiochirurghi (rispettivamente, 48.2 e 41.5%) (X2 = 29.592, p < 0.0001). L’influenza della minore aspettativa di vita in età avanzata è motivo di discriminazione per il 19.6% dei partecipanti, mentre non lo è per il 74%. Etnia e sesso non rappresentano un fattore discriminante per l’81 e il 92.1% dei responders, rispettivamente.
Conclusioni. I risultati del nostro studio evidenziano come, fra gli operatori sanitari, esistano delle differenze negli atteggiamenti circa l’erogazione degli interventi cardiologici in relazione all’età dei pazienti, in particolare per gli ultrasettantacinquenni. Tali soggetti dovrebbero avere più facile accesso alle cure e costituire l’obiettivo di ricerche finalizzate allo sviluppo di migliori trattamenti.